Cosa vedere a Pistoia?

Una gita da Firenze

Stai pensando alle tue vacanze in Toscana e non sai dove andare e cosa vedere? Non preoccuparti, qui è impossibile annoiarsi! In Toscana trovi sempre dei nuovi posti da vedere! Dopo Siena e Lucca, è il momento di accompagnarvi in una visita a Pistoia. Se amate il Medioevo, l’atmosfera autentica, poca ressa e buon cibo, Pistoia fa al caso vostro!

Come raggiungere Pistoia?

Pistoia si trova nel nord della Toscana, ai piedi dell’Appennino. E’ vicina e ben collegata, anche col treno, a Firenze, Lucca, Viareggio e Pisa: da Firenze, per esempio, servono 30 minuti, circa, per arrivare a Pistoia, e il biglietto costa 4,70 €. 

Se vi spostate in auto, potete raggiungere Pistoia con l’Autostrada A11 Firenze-mare e potete parcheggiare al parcheggio Pertini. Ricordate che potete parcheggiare solo sulle strisce blu.

Medioevo a Pistoia

Pistoia è una delle perle medievali della Toscana. Come molte città toscane, anche Pistoia era abitata già dall’età etrusca e poi venne dominata dai Romani. Dopo un periodo di decadenza a seguito della caduta dell’Impero Romano d’Occidente, Pistoia riprese a svilupparsi dal X secolo.

Piazza della Sala, Pistoia
Piazza della Sala è una delle piazze più famose di Pistoia. Qui ci sono tanti ristoranti tipici dove ci si può fermare per un buon pranzo.

Nel 1117 gli Statuti della città definirono l’autonomia del Comune di Pistoia. Fin dall’inizio, però, Pistoia dovette competere con Firenze, che molto presto cominciò a combattere per il dominio della parte settentrionale della Toscana. In effetti Firenze si impose su Pistoia già nel 1267 e il suo dominio continuò tra conflitti e battaglie. Questo quadro venne confermato dall’unificazione della Toscana sotto il governo dei Medici nel XVI secolo.

Pistoia e i pellegrinaggi medievali

Attorno al 1140 Pistoia ricevette un prezioso regalo: la reliquia di San Giacomo, donata alla città dall’arcivescovo Diego Gelmírez di Compostela. Grazie a questo prezioso oggetto, il culto di San Giacomo crebbe a Pistoia e la città, proprio come la vicina Lucca, divenne un’importante meta per i pellegrini medievali.

Il fenomeno dei pellegrinaggi arricchì significativamente la cultura europea tardomedievale. Tre erano i luoghi religiosi più significativi che attraevano migliaia di pellegrini ogni anno: Gerusalemme, che ospitava la tomba di Gesù, Roma, che custodiva la tomba di San Pietro, e Santiago di Compostela dove, secondo la leggenda, i discepoli di Gesù seppellirono San Giacomo, uno dei dodici apostoli, ucciso in Giudea da Erode Agrippa nel 44 d. C.

Provate ad immaginare cosa poteva significare, per un uomo del Medioevo, un viaggio lungo come un pellegrinaggio: la maggior parte delle persone viaggiava a piedi, visto che solo gli aristocratici e i patrizi potevano permettersi un cavallo; lungo il percorso i viaggiatori dovevano attraversare territori con lingue differenti, culture alimentari diverse, climi e natura diversi. Particolarmente pericoloso, oltre che lungo, era il viaggio verso Gerusalemme: questo includeva un rischioso viaggio per mare, e inoltre portava i viaggiatori europei a scontrarsi direttamente con il mondo musulmano.

I pellegrinaggi arricchivano non solo i fortunati che si imbarcavano in tali imprese. Dopo il ritorno a casa, i pellegrini diventavano una sorta di “libri viventi”: le loro storie su paesi e terre lontani, animali esotici, popolazioni e le loro abitudini, venivano condivise con la comunità, prima in forma orale, e poi anche in forma di memorie scritte. I pellegrinaggi rinforzarono anche lo scambio culturale tra i vari territori europei e contribuirono a far prendere coscienza delle diversità e varietà della culture europee.

Pistoia, con le sue reliquie di San Giacomo, divenne un altro luogo che i pellegrini europei desideravano visitare. La breve distanza da Lucca, e perciò anche dal passaggio della Via Francigena, uno dei principali percorsi utilizzati dai pellegrini diretti a Roma, garantirono il flusso di persone, denaro e ricchezza a Pistoia.

La Cattedrale di San Zeno e l’altare di San Giacomo

La preziosa reliquia di San Giacomo veniva venerata nella Cattedrale di Pistoia dedicata a San Zeno. Il primo documento che menziona la chiesa risale al 923. L’arrivo della reliquia fu una scusa per l’abbellimento della cattedrale, ricostruita in stile romanico, influenzato dall’architettura della vicina Pisa, nel XII e XIII secolo.

Cattedrale di San Giacomo, Pistoia.
La Cattedrale di San Zeno a Pistoia.

Il tesoro più prezioso della cattedrale è l’altare d’argento dedicato a San Giacomo, il simbolo della ricchezza e della devozione di Pistoia, un tempo conservato nella cappella di San Giacomo. Il primo dorsale con la figura della Vergine e gli Apostoli venne commissionato nel 1287. Nel 1293, durante il Carnevale, un aristocratico pistoiese, appartenente alla fazione dei Guelfi Neri, Vanni Fucci, entrò nella cattedrale con un gruppo di briganti e saccheggiò la cappella di San Giacomo danneggiando l’altare d’argento.

Altare di San Zeno, Pistoia.
L’Altare di San Giacomo, 1287-1457, Pistoia, cattedrale. Foto: Sailko.

La violazione della sacralità della cattedrale fu un vero shock e in Toscana si parlò a lungo di questo atto di violenza. La fama di Vanni Fucci arrivò fino all’Inferno di Dante: il poeta lo collocò tra i ladri. Dante immaginò una pena davvero dura per Vanni: una fossa piena di serpenti che stringevano le mani dei peccatori e colpivano loro alle spalle. Le anime bruciavano nelle fiamme, diventavano cenere che cadeva a terra, si ricomponevano nella stessa forma, ricominciando a soffrire da capo. Vanni, interrogato da Dante, disse:

«Io piovvi di Toscana,
poco tempo è, in questa gola fiera.                

Vita bestial mi piacque e non umana,
sì come a mul ch’i’ fui; son Vanni Fucci
bestia, e Pistoia mi fu degna tana». 

[…]

Io non posso negar quel che tu chiedi;
in giù son messo tanto perch’io fui
ladro a la sagrestia d’i belli arredi,  

[…].

Almeno nella poesia Vanni fu severamente punito per le sue azioni. Dopo il furto, l’altare d’argento venne ampliato e ridecorato. Nel corso del Trecento vennero aggiunti nuovi pannelli d’argento e i lavori all’altare si conclusero solo nel 1457. I bassorilievi che decorano l’altare raccontano le storie dell’Antico e del Nuovo Testamento e la Vita di San Giacomo. Al centro potete ammirare la maestosa figura di San Giacomo sul trono creata da Giglio Pisano tra il 1349 e il 1353.

Verrocchio, Monument for Fonteguerri,, PIstoia
Andrea del Verrocchio e Gaetano Masoni, Monumento funebre per Niccolò Fonteguerri, 1477-XVIII secolo, Cattedrale di Pistoia.

L’altare d’argento non è l’unico tesoro conservato nella Cattedrale. Nella chiesa si può ammirare anche il Crocifisso sagomato dipinto dal fiorentino Coppo di Marcovaldo, e nella navata sinistra, vicino al portone d’ingresso, si trova il monumento funebre in onore di Niccolò Fonteguerri, commissionato a Verrocchio nel 1477 e finito da Gaetano Masoni durante il XVIII secolo.

Il Battistero

Il Battistero di Pistoia, dedicato a San Giovanni Battista, fu costruito a partire dal 1337 e sostituì l’antica chiesa di Santa Maria in Corte. La sua struttura ottagonale è ispirata al Battistero fiorentino, mentre la decorazione esterna in marmo a strisce verdi e bianche e la decorazione con una loggia cieca sono da ricondurre al Battistero di Pisa.

Baptismal font in the Baptistery in Pistoia.
Il fonte battesimale nel Battistero di Pistoia.

All’interno si trova il fonte battesimale che risale al XIV secolo e che può darci un’idea di come si svolgevano i riti del battesimo nel Medioevo, i quali prevedevano l’immersione dell’intero corpo nell’acqua santa. Non a caso dentro il fonte vedrete le panche su cui si sedevano i catecumeni. Agli angoli della cornice marmorea del fonte ci sono, invece, delle aperture circolari che erano utilizzate durante il battesimo dei bambini piccoli che venivano immersi verticalmente nell’acqua, per evitare il rischio di annegamento.




San Giovanni Fuoricivitas

A pochi passi da Piazza Duomo si trova la chiesa di San Giovanni Fuoricivitas. La sua decorazione esterna con le strisce dei marmi verdi e bianchi fa di questa chiesa uno dei monumenti più iconici di Pistoia.

La fondazione della chiesa risale all’età longobarda, ma la struttura presente venne innalzata dall’XI secolo in poi.

San Giovanni Fuoricivitas, Pistoia
San Giovanni Fuoricivitas, Pistoia.

Vale la pena visitare la chiesa all’interno per poter ammirare pulpito scolpito da Guglielmo da Pisa nel 1270. Lo troverete addossato alla parete destra della navata. La struttura rettangolare del pulpito è sorretta da due colonne poste sulla schiena di due leoni.

I bassorilievi che decorano il pulpito rappresentano le Storie del Nuovo Testamento: l’Annunciazione, la Visitazione, la Natività e l’Adorazione dei Magi, la Lavanda dei piedi, la Crocifissione, la Discesa al Limbo, l’Ascensione, la Pentecoste e la Dormitio della Vergine.

Guglielmo, Pulpito, San Giovanni Fuoricivitas, Pistoia.
Guglielmo da Pisa, Pulpito, 1270, marmo, San Giovanni Fuoricivitas, Pistoia.

Le composizioni sono piuttosto statiche, possiamo notare, tuttavia, che le figure sono rese in modo tridimensionali, il rilievo è molto profondo il che rinforza la composizione.

Nella chiesa si può anche ammirare l’acquasantiera di Giovanni Pisano e la Visitazione in terracotta invetriata di Luca della Robbia (1445).

Sant’Andrea

Se continuate la vostra passeggiata per il centro di  Pistoia, a Nord da Piazza Duomo troverete la chiesa romanica di Sant’Andrea. La sua fondazione risale probabilmente all’VIII secolo e il tempio è uno dei più importanti gioielli del medioevo pistoiese. La facciata della chiesa venne decorata nel corso del dodicesimo secolo e i bassorilievi sopra il portale sottolineano i legami tra la città e i pellegrinaggi medievali.

Sant'Andrea, Pistoia.
Sant’Andrea, Pistoia.

Nella scultura vedrete rappresentate le Storie dei Magi: il loro viaggio verso Gerusalemme, l’incontro con Erode e l’adorazione del Bambino. La storia dei sapienti re d’Oriente, che attraversarono interi continenti per rendere omaggio a Gesù, era una storia davvero potente che nutriva l’immaginazione dell’uomo medievale. La narrazione sul fantastico viaggio dei Magi contribuì al rafforzamento del mito di pellegrinaggio. Il bassorilievo per il portale di Sant’Andrea venne scolpito da due fratelli scultori, Gruamonte e Adeodato nel 1166.

Gruamonte, Adeodato, Adoration of the Magi, 1166, Sant'Andrea, Pistoia.
Gruamonte, Adeodato, Le storie dei Magi, 1166, marmo, Sant’Andrea, Pistoia.

All’interno della chiesa potete ammirare il bellissimo pulpito scolpito da Giovanni Pisano tra il 1298 e il 1301. Come nel pulpito di Guglielmo, anche qui la struttura esagonale è sostenuta dalle colonne appoggiate sulle spalle dei leoni. Anche qui la decorazione raffigura le Storie del Nuovo Testamento: l’Annunciazione e la Natività, l’Adorazione dei Magi, l’Annunciazione a Giuseppe, la Strage degli Innocenti, la Crocefissione e il Giudizio Universale.

Giovanni Pisano, Pulpit, Sant'Andrea, Pistoia.
Giovanni Pisano, Pulpito, 1298-1301, marmo, Sant’Andrea, Pistoia.

Nelle sue composizioni Pisano provò a rafforzare il dramma per influenzare le emozioni degli spettatori. Se guardate la scena della Strage degli Innocenti, vedrete le madri che provano a combattere contro i soldati romani per proteggere i loro figli. Le loro facce sono deformate dal dolore. Lo scultore rappresentò il terrore e la sofferenza. Il rilievo è molto profondo. Infatti, le figure diventano quasi tridimensionali e si staccano dal supporto. Questo pulpito è tra i massimi capolavori del gotico toscano.

Nella chiesa potete ammirare anche i due crocifissi lignei scolpiti da Giovanni Pisano (fino all’8 maggio 2022 queste opere saranno esposte al Palazzo dei Vescovi alla mostra Medioevo a Pistoia). Lo stile dei due crocifissi viene influenzato dalla devozione tardomedievale, la quale poneva enfasi sulla sofferenza di Cristo e la sua passione.

Giovanni Pisano, Crucifix, Sant'Andrea, Pistoia.
Giovanni Pisano, Crocifisso, Sant’Andrea, Pistoia.

In linea con queste intenti devozionali, Giovanni Pisano raffigurò il corpo di Cristo completamente deformato. I muscoli e i tendini acquisiscono forme geometriche, diventano sfere e parallelepipedi. I piedi di Gesù sono contorti e deformati. Questi dettagli sottolineano la sofferenza sovrumana e le numerose torture alle quali venne esposto Cristo.

I predicatori medievali molto spesso si concentravano sulla riflessione sulla Passione e consigliavano questi esercizi spirituali come forma di devozione privata. I crocifissi di Pisano potevano aiutare i fedeli a visualizzare il dolore e la sofferenze di Cristo.

Giovanni Pisano, Crocefisso, Sant'Andrea, Pistoia
Giovanni Pisano, Crocifisso, Sant’Andrea, Pistoia.



Chiesa di San Bartolomeo in Pantano

San Bartolomeo, Pistoia, interno.
San Bartolomeo in Pantano, Pistoia, interno.

La chiesa di San Bartolomeo in Pantano è un’altra perla medievale di Pistoia. La chiesa venne fondata nell’VIII secolo anche se il tempio attuale risale al 1159. La facciata romanica si rifà ai modelli della Cattedrale di Pisa con le arcate cieche e le decorazioni geometriche sotto gli archi. Il portale è decorato da un bassorilievo con il Salvatore e gli Apostoli.

Guido da Como, Pulpit, 1250, San Bartolomeo, Pistoia.
Guido da Como, Pulpito, 1250, marmo, San Bartolomeo, Pistoia.

All’interno della chiesa troverete un altro pulpito romanico scolpito nel 1250 da Guido da Como. Anche qui la cassa del pulpito si poggia sulle colonne rette dalle figure dei leoni. Se guardate le criniere leonine, noterete il trattamento del pelo molto schematico e geometrico. Il lavoro di Guido da Como è sicuramente meno realistico rispetto alle composizioni di Giovanni Pisano. Anche questo pulpito è decorato dalle Storie del Nuovo Testamento, che regalavano una forma visuale alle narrazioni raccontate dai predicatori dal pulpito stesso.

Pistoia ha tante storie da raccontare. Ho condiviso con voi solo alcune di queste. Se volete visitare Pistoia con me, contattatemi! Sarò felice di accompagnarvi alla scoperta di questa meravigliosa città!