Se sei un amante della scultura e sei per 3 giorni a Firenze, sicuramente potrai goderti il tempo trascorso nella città dove sono stati creati alcuni dei più grandi capolavori della scultura europea, pensati non solo per i committenti privati, ma anche per lo spazio pubblico urbano.
Lasciati accompagnare in una passeggiata tra le sculture più importanti di Firenze.
A Firenze basta fare una passeggiata tra il Duomo e Piazza della Signoria per scoprire alcuni dei principali capolavori della scultura italiana. In alcuni casi troverai delle copie esposte nello spazio pubblico, mentre gli originali sono conservati nei musei per motivi di tutela. Spesso, però, gli originali sono ancora all’aperto, a decorare il centro di Firenze ancora oggi.
Quante sono le statue a Firenze?
È impossibile dire quante sculture decorino il centro di Firenze. Basta visitare Piazza del Duomo e osservare la facciata della Cattedrale di Firenze per rimanere sopraffatti dalla ricchezza della decorazione scultorea.
Poi ci sono il Campanile e il Battistero, che presentano anch’essi una ricca decorazione scultorea all’esterno.
A Firenze si trova inoltre Orsanmichele, adornato da sculture su tutte e quattro le facciate, e Piazza della Signoria, con la Loggia dei Lanzi, che conserva statue originali romane e rinascimentali.
Possiamo affermare con sicurezza che nel centro storico di Firenze sono esposte più di cento statue.
Ci sono poi i musei fiorentini, che custodiscono un numero ancora maggiore di sculture: il Bargello, il Museo Archeologico, la Galleria degli Uffizi e la Galleria dell’Accademia. Le loro collezioni comprendono migliaia di sculture uniche e preziose che spaziano dall’epoca etrusca fino all’età moderna.
Statue a Firenze: dove trovarle?
I luoghi più importanti per gli amanti della scultura a Firenze sono:
- Piazza del Duomo
- Piazza della Signoria
- Orsanmichele
Se vuoi vedere le sculture più preziose conservate nei musei fiorentini, non puoi perdere:
- Bargello
- Museo dell’Opera del Duomo
- Galleria dell’Accademia
- Orsanmichele
- Museo Archeologico di Firenze
- Museo Marino Marini
Le statue a Firenze più famose
Gli artisti fiorentini ebbero un enorme impatto sullo sviluppo delle arti europee e la scultura svolse un ruolo di primo piano nell’introduzione dello stile rinascimentale. La rivoluzione del Rinascimento iniziò attraverso l’architettura, ma fu nella scultura che Donatello e Ghiberti sperimentarono la prospettiva, la rappresentazione della profondità e cercarono di ottenere un coinvolgimento emotivo dello spettatore.
Per questo motivo, osservando le sculture di Firenze, è possibile comprendere la nascita del Rinascimento.
Quali sono le sculture più importanti da non perdere? Ecco una breve guida alle opere più significative della città.
La Porta del Paradiso

La Porta del Paradiso è la porta bronzea progettata da Lorenzo Ghiberti tra il 1425 e il 1452 per il Battistero di Firenze. Lorenzo Ghiberti fu uno degli artisti più innovativi attivi a Firenze nei primi decenni del XV secolo.
Oggi le porte originali sono conservate all’interno del Museo dell’Opera del Duomo, ma nel Battistero, di fronte alla Cattedrale di Firenze, è ancora possibile vedere la copia.
Le porte presentano dieci grandi bassorilievi che narrano le storie dell’Antico Testamento. Ghiberti utilizzò nelle sue porte la cosiddetta “narrazione continua”, un metodo narrativo che inserisce gli stessi protagonisti più volte, man mano che la storia si sviluppa, all’interno di un’unica composizione. Ad esempio, nel riquadro in alto a sinistra si possono vedere le Storie della Genesi: la Creazione di Adamo è collocata nell’angolo inferiore sinistro della composizione, la Creazione di Eva al centro, il Peccato originale sullo sfondo a sinistra e la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso all’estrema destra della scena. Quattro eventi diversi sono quindi rappresentati all’interno di un’unica scena.
Ghiberti poté applicare questa tecnica narrativa anche grazie all’uso della prospettiva lineare, il metodo geometrico per proiettare la profondità su una superficie. Ciò gli permise di creare veri e propri palcoscenici per le sue composizioni, all’interno dei quali i protagonisti si muovono nello spazio progettato dallo scultore.
Un altro aspetto innovativo delle porte di Ghiberti è l’uso di differenti profondità di rilievo nelle composizioni. Osservando attentamente le porte, si nota come alcune figure siano completamente staccate dallo sfondo, pienamente tridimensionali, mentre altri elementi sono appena accennati in modo molto piatto. Anche questo contribuì alla creazione degli spazi scenici in cui sono collocati i protagonisti delle storie. La variazione della profondità del rilievo riproduce la percezione dello spazio e l’idea di infinito, mostrando alcune figure più vicine allo spettatore e altri elementi collocati in lontananza.
San Giorgio

Lungo la via principale di Firenze, Via Calzaiuoli, si erge il monumentale edificio di Orsanmichele. Oggi è una chiesa con un importante dipinto dedicato alla Vergine Maria al piano terra. Tuttavia, nacque come mercato medievale del grano nella seconda metà del XIII secolo. Quando il mercato fu trasformato in chiesa, alle corporazioni cittadine venne chiesto di finanziare la costruzione di nicchie decorate con le statue dei santi protettori di ciascuna corporazione.
Orsanmichele è un vero e proprio manuale di scultura europea. Le diverse statue mostrano l’evoluzione dello stile dal Medioevo al Rinascimento. Qui si trova una nicchia con la celebre statua di San Giorgio realizzata da Donatello. Oggi, all’esterno di Orsanmichele, si può vedere una copia della statua, mentre l’originale è conservato al Museo del Bargello di Firenze.
La statua di San Giorgio presenta lo stile giovanile di Donatello, che guarda ancora al Gotico nella verticalità della composizione, pur essendo già in parte ispirato dall’arte classica. San Giorgio appare quasi come un oratore romano, con le braccia aperte e fiero all’interno della sua nicchia.
Sotto la statua, nella predella del tabernacolo, si trova invece un bassorilievo che rappresenta la scena di San Giorgio che salva la principessa. Sul lato destro della composizione, Donatello sperimentò per la prima volta le possibilità della prospettiva lineare. Il portico alle spalle della principessa si riduce progressivamente man mano che arretra nello spazio. Questo è uno dei primi esempi di corretta proiezione dello spazio su una superficie piana nella scultura europea.
San Tommaso
Durante gli anni Settanta del Quattrocento, il Tribunale della Mercatanzia, l’organo incaricato di risolvere le controversie tra mercanti, commissionò ad Andrea del Verrocchio una nicchia per Orsanmichele con una statua raffigurante l’Incredulità di San Tommaso.
San Tommaso era uno degli Apostoli e, secondo il Vangelo, non credeva pienamente alla resurrezione di Cristo. Essendo assente durante le prime apparizioni di Gesù risorto, mise in dubbio il miracolo. Quando ebbe finalmente l’occasione di trovarsi di fronte a Cristo, Gesù lo invitò a mettere le dita nelle sue ferite per verificare se fosse davvero risorto.
La composizione dell’Incredulità di San Tommaso di Verrocchio colpisce per le pieghe dinamiche delle vesti, per i gesti e per le espressioni dei volti di Tommaso e di Gesù. San Tommaso sembra quasi saltato dentro la nicchia direttamente dalla strada. Infatti, potete osservare il suo piede ancora sospeso nell’aria.
Quando Verrocchio stava lavorando a questa composizione, il giovane Leonardo da Vinci era suo allievo nella bottega. Molte caratteristiche, soprattutto nei volti dei protagonisti delle statue di Verrocchio, sono molto simili alle composizioni di Leonardo.
Oggi sulla facciata di Orsanmichele si trova una copia della statua, mentre l’originale è conservato nel Museo di Orsanmichele, al piano superiore dell’edificio.
Giuditta e Oloferne di Donatello

La Piazza della Signoria è la piazza fiorentina con il maggior numero di importanti capolavori scultorei esposti ancora oggi. Una delle prime statue ad arrivare nella piazza fu la Giuditta e Oloferne di Donatello, realizzata dall’artista a metà del XV secolo come fontana per il Palazzo Medici.
La statua fu sottratta ai Medici dalla popolazione fiorentina nel 1494, quando la famiglia venne mandata in esilio. I cittadini presero la scultura, che decorava il giardino di Palazzo Medici, e collocarono Giuditta davanti al Palazzo della Signoria come simbolo di forza, resistenza e indipendenza della Repubblica di Firenze.
La statua raffigura infatti un’eroina dell’Antico Testamento, Giuditta, che salvò il suo popolo, gli abitanti di Betulia, uccidendo il capo militare degli Assiri che li stava attaccando. Giuditta riuscì a conquistare la fiducia di Oloferne, ma la sfruttò per introdursi nella sua tenda e decapitarlo senza esitazione. La storia di una donna apparentemente debole che sconfigge il potente Oloferne divenne per i fiorentini il simbolo della debole Repubblica di Firenze, capace di vincere contro i potenti Medici e di continuare a lottare contro i propri nemici.
Giuditta rimase in quella posizione fino a quando non venne spostata per fare spazio a un compagno “leggermente più famoso”: il David di Michelangelo. Oggi la statua originale è conservata all’interno di Palazzo Vecchio, mentre una copia si trova in piazza.
Il David di Michelangelo

Davanti al Palazzo della Signoria è possibile vedere anche una replica del celebre David di Michelangelo. La statua fu commissionata nel 1501 dalle autorità della cattedrale. Inizialmente, il David era destinato a essere collocato su una delle absidi della Cattedrale di Firenze, ma non venne mai posto sul tetto della chiesa.
Quando l’artista completò il David nel 1504, i fiorentini percepirono immediatamente l’unicità della scultura. Rimasero affascinati dalla dettagliata rappresentazione del corpo umano in questo nudo maschile e vi lessero l’allegoria della forza, della virtù e dell’eccellenza di David. Per loro, David divenne un altro eroe repubblicano, capace di sconfiggere un nemico apparentemente invincibile, Golia. La storia del giovane e apparentemente debole Davide che sconfigge Golia divenne un’allegoria dello Stato debole, la Repubblica di Firenze, capace di prevalere sui potenti Medici. Così, David divenne un altro eroe repubblicano in Piazza della Signoria. I fiorentini decisero di collocare la statua davanti al Palazzo della Signoria come ulteriore simbolo repubblicano nella piazza più significativa del potere civico.
La statua rimase in quella posizione fino al 1873, quando il governo di Firenze decise di trasferirla all’interno della Galleria dell’Accademia per proteggerla. La replica fu realizzata nel 1910. Anche nella copia si possono osservare le particolarità del corpo di David, che testimoniano l’interesse di Michelangelo per l’anatomia e i suoi studi anatomici precedenti alla realizzazione di quest’opera unica.
La nudità di David è uno degli elementi più innovativi e significativi della statua. Rappresentando questo eroe biblico come un uomo nudo, perfetto e maturo, Michelangelo tornò agli ideali dell’arte classica. Nell’antichità classica, la nudità simboleggiava virtù, forza e perfezione fisica. Nella visione di Michelangelo, David divenne un eroe classico. I fiorentini compresero questa allegoria e attribuirono a se stessi le virtù di Davide: volevano essere visti come giusti, forti, virtuosi e vittoriosi come lui. Ancora oggi i fiorentini sentono un forte legame con questa straordinaria opera d’arte.
Perseo di Benvenuto Cellini

Nel 1530 la famiglia Medici conquistò Firenze e la Repubblica firmò la capitolazione dopo mesi di assedio devastante. Alessandro de’ Medici ricevette il titolo di Duca di Firenze nel 1532, ma governò solo per cinque anni. Dopo il suo assassinio, il giovane Cosimo de’ Medici salì al potere con il titolo di Cosimo I nel 1537. L’obiettivo del giovane duca era rafforzare la posizione della famiglia e costruire a Firenze una prestigiosa corte europea. Per questo motivo, Cosimo decise di trasformare l’antico palazzo comunale, il Palazzo dei Priori, cuore della Repubblica di Firenze, nel primo Palazzo Ducale per sé e per la moglie.
La presenza del David “repubblicano” davanti al palazzo rappresentava una sfida per Cosimo. La fama di Michelangelo e l’importanza del David per il popolo fiorentino non consentivano al duca di rimuovere il celebre capolavoro. Per questo Cosimo decise di rispondere alle rivendicazioni repubblicane del David con un’altra statua che rappresentasse il suo potere. Nel 1545 il duca commissionò a Benvenuto Cellini una statua di Perseo che decapita Medusa. Questo magnifico bronzo fu collocato sotto la Loggia dei Lanzi nel 1554 e divenne una chiara affermazione dell’autorità di Cosimo.
Ancora oggi è possibile ammirare l’originale del Perseo sotto la Loggia. La statua raffigura l’eroe nell’istante successivo alla decapitazione del mostro Medusa, mentre tiene la testa della Gorgone nella mano.
Se per il duca Cosimo Perseo rappresentava una risposta simbolica al David, per l’artista fu l’occasione di sfidare lo stesso Michelangelo. Cellini voleva creare un capolavoro assoluto e decise quindi di fondere l’intera figura di Perseo creando un unico modello in cera. Riuscì nell’impresa dopo vari tentativi e, per sottolineare il proprio successo, decorò il retro della testa di Perseo con un autoritratto. Osservando attentamente la parte posteriore dell’elmo, è possibile distinguere un volto: l’elmo di Perseo forma gli occhi e il naso di Cellini, mentre i capelli diventano la barba dell’artista.
Il Perseo è solo uno dei numerosi capolavori esposti oggi sotto la Loggia. Infatti, la famiglia Medici non utilizzò più questo spazio per le assemblee pubbliche, come avveniva in epoca repubblicana, ma lo trasformò in un ulteriore spazio rappresentativo in cui esibire l’opulenza delle proprie collezioni artistiche.
Il Ratto delle Sabine di Giambologna

Nel 1583 un altro capolavoro mozzafiato venne collocato sotto la Loggia dei Lanzi: il Ratto delle Sabine di Jean de Boulogne catturò l’attenzione del pubblico fiorentino fin dal momento in cui l’opera fu svelata dall’artista. Ancora oggi l’originale di questo capolavoro si trova sotto l’arco destro della Loggia.
Jean de Boulogne, conosciuto da tutti come Giambologna, era un maestro fiammingo chiamato a lavorare alla corte di Cosimo I. Nella sua arte cercò di emulare il genio di Michelangelo e spesso mise in evidenza composizioni dinamiche, torsioni e movimento.
Nel Ratto delle Sabine raggiunse il punto più alto della sua eccellenza e abilità artistica: i tre corpi umani, scolpiti da un unico blocco di marmo, sono rappresentati in una torsione impossibile, come una spirale o un serpente, che si avvolge su se stesso.
Quando Giambologna stava lavorando a quest’opera, non aveva in mente una storia precisa. Il suo obiettivo era raggiungere l’impossibile e creare una composizione osservabile da ogni punto di vista. Quando l’opera fu presentata al pubblico, gli eruditi fiorentini vi riconobbero la rappresentazione di un episodio della storia più antica di Roma.
Secondo gli storici romani, Romolo e i suoi seguaci avevano difficoltà a sposarsi, poiché nessun padre voleva concedere la mano della figlia a uomini considerati poco raffinati. Per ottenere delle mogli, i Romani attaccarono e rapirono le donne Sabine durante una festa religiosa.
La composizione di Giambologna venne quindi interpretata come la raffigurazione di una donna Sabina rapita da un Romano, mentre un uomo Sabino tenta di proteggerla.
L’intera composizione si basa sulla torsione, chiamata “figura serpentinata”, che rappresenta il punto più alto dell’estetica manierista, fatta di eccesso e raffinatezza.
Le statue a Firenze meno note ma che meritano una visita
Le sculture elencate finora non sono gli unici capolavori che si possono ammirare nello spazio urbano di Firenze del tutto gratuitamente. Altre statue, meno celebri ma non meno impressionanti, decorano Piazza della Signoria e altre piazze fiorentine. Quali sono?
Ercole e Caco di Baccio Bandinelli

Accanto al David di Michelangelo, sulla destra dell’ingresso di Palazzo Vecchio, si trova l’imponente Ercole e Caco di Baccio Bandinelli. Realizzata tra il 1530 e il 1534 e commissionata dal papa mediceo Clemente VII e dal primo duca di Firenze, Alessandro de’ Medici, questa statua aveva lo scopo di attenuare il significato repubblicano del David. La forza di Ercole, rappresentata in questa magnifica scultura, suggeriva infatti che il David simboleggiasse l’intelletto e non la vittoria repubblicana contro la famiglia Medici.
La scultura raffigura il più forte degli eroi classici, pronto a uccidere Caco, un ladro che aveva osato rubargli le pecore.
Bandinelli, ispirato dai muscolosi corpi maschili dell’arte di Michelangelo, rappresentò Ercole come un uomo possente, scolpendo un numero eccessivo di muscoli sul suo corpo poderoso. Questa esagerazione, che si allontana da una rappresentazione fedele del corpo umano, rientra nello stile del Manierismo, la fase tarda del Rinascimento.
Fontana di Nettuno in Piazza della Signoria

Cosimo I, salito sul trono nel 1537, promosse una serie di progetti artistici destinati a glorificare il suo governo. Imitando imperatori e papi, che avevano finanziato la costruzione di numerose fontane disseminate per la Città Eterna, decise di far arrivare l’acqua, fonte di vita, in centro città, costruendo una magnifica fontana davanti alla sua residenza ducale.
La Fontana di Nettuno fu progettata da Bartolomeo Ammannati tra il 1550 e il 1575 e divenne uno dei simboli più potenti del potere di Cosimo. Essa raffigura il dio dei mari circondato da mostri e cavalli marini. I numerosi getti d’acqua intorno a Nettuno creando un effetto di meraviglia e magnificenza.
Monumento equestre a Cosimo I in Piazza della Signoria

Nel 1587 Ferdinando I commissionò all’artista fiammingo Jean de Boulogne, noto come Giambologna, un monumento equestre celebrativo della figura di suo padre, il duca Cosimo I. La realizzazione di quest’opera imponente richiese eccezionali competenze tecniche e ingenti risorse. Poiché il cavallo fu fuso utilizzando un unico modello, il duca mise a disposizione dell’artista un grande laboratorio, dove venne realizzata questa colossale fusione.
La statua raffigura Cosimo seduto con fierezza sul suo cavallo, mentre osserva i suoi sudditi. I rilievi collocati intorno al basamento in marmo rappresentano i momenti più significativi del governo di Cosimo, come la vittoria contro Siena e la concessione del titolo di Granduca di Toscana.

Monumento equestre a Ferdinando de’ Medici in Piazza Santissima Annunziata
Dopo la realizzazione del monumento equestre dedicato a suo padre, nel 1602 Ferdinando I commissionò a Giambologna, che lavorò insieme al suo allievo Pietro Tacca, un monumento equestre in proprio onore. Il monumento equestre a Ferdinando I fu collocato in Piazza Santissima Annunziata, sul lato nord del centro storico di Firenze.
La statua divenne celebre per la rappresentazione simbolica del potere e dell’autorità ducali, attraverso l’immagine dell’ape regina circondata dalle api operaie.
Si racconta che ai bambini fiorentini che si comportano male venga chiesto di contare le api come forma di punizione scherzosa.
Fontane con mostri marini in Piazza Santissima Annunziata
Ai lati del monumento equestre a Ferdinando I si possono vedere oggi due fontane con i mostri marini, capolavori della scultura barocca. Furono commissionate a Pietro Tacca nel 1626 e collocate nella piazza nel 1641. Esse decorano una delle piazze più importanti di Firenze e creano un collegamento visivo e simbolico tra tutti i monumenti della Santissima Annunziata: la Basilica, l’Ospedale degli Innocenti di Brunelleschi e il monumento equestre al centro della piazza.
L’itinerario perfetto per scoprire le statue di Firenze
Vuoi scoprire le sculture fiorentine durante una passeggiata in città? Usa questa mappa, che indica le piazze più importanti dove puoi trovare le statue di Firenze e i musei con le più rilevanti collezioni dedicate alla scultura.
Le sculture a Firenze sono visitabili gratuitamente?
Lo spazio urbano di Firenze è un museo a cielo aperto e molti dei capolavori originali del Rinascimento sono ancora esposti nelle piazze della città. Puoi ammirarli gratuitamente.
Piazza della Signoria è la piazza dove troverai la maggior parte di questi capolavori originali:
- Perseo di Benvenuto Cellini
- Ercole e Caco di Baccio Bandinelli
- Il ratto delle Sabine di Giambologna
- Ercole e il Centauro di Giambologna
- Statue romane sotto la Loggia dei Lanzi
- La Fontana di Nettuno di Bartolomeo Ammannati
- Monumento equestre a Cosimo I di Giambologna
In molti casi, le statue originali sono conservate nei musei, mentre le loro copie sono esposte nello spazio urbano di Firenze. Se vuoi vedere l’originale delle Porta del Paradiso di Ghiberti, dovrai visitare il Museo dell’Opera del Duomo. Le statue originali di Orsanmichele sono conservate all’interno del museo di Orsanmichele, mentre il San Giorgio di Donatello si trova al Bargello.
Il David di Michelangelo è custodito all’interno della Galleria dell’Accademia, dove potete ammirare anche i famosi Prigioni dell’artista.
Quanto tempo ci vuole per visitare le statue di Firenze più famose?
Una passeggiata in città per scoprire le sculture più importanti esposte nello spazio urbano di Firenze richiederà dalle due alle tre ore. Dovrai concentrarti su Piazza Duomo, Orsanmichele e Piazza della Signoria.
Se hai più tempo, puoi arrivare alla Piazza Santissima Annunziata, per ammirare il monumento equestre a Ferdinando I de’ Medici e le fontane con mostri marini di Pietro Tacca.
Statue a Firenze: quando visitarle?
Le statue sono esposte nello spazio urbano di Firenze tutto l’anno. Come dico spesso, la bassa stagione, da novembre a marzo, è il momento migliore per una vacanza culturale a Firenze. Le strade e le piazze di Firenze sono meno affollate durante questi mesi invernali, e sarai libero di goderti l’arte senza fretta.
In ogni caso, puoi pianificare questo itinerario in qualsiasi periodo dell’anno. Le statue di Firenze ti sorprenderanno e ti lasceranno senza parole!
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