- agata@guidemeflorence.com
- +39 348 135 1329
- Lunedì – Sabato 9:00 – 21:00
Una cosa è certa: a Firenze non ci possiamo lamentare della mancanza di monumenti storici. Nonostante questa incredibile ricchezza, è spesso difficile convincere le persone dell’importanza di curiosare tra gli angoli più nascosti della città. Quelli che lasceranno i percorsi più battuti potranno scoprire tanti tesori che si celano tra le strette strade del centro. Uno di questi angoli meno noti è la chiesa di Sant’Ambrogio.
Chiesa di Sant’Ambrogio: La storia
Sant’Ambrogio è una delle chiese più antiche di Firenze. Questo monastero femminile benedettino venne menzionato già nel 988 e la sua chiesa fu dedicata a Sant’Ambrogio, vescovo di Milano che soggiornò a Firenze tra il 393 e il 394 consacrando al contempo San Lorenzo, la prima cattedrale fiorentina.
S. Ambrogio e il miracolo
Nel 1230 Sant’Ambrogio fu il teatro di un miracolo eucaristico che influenzò profondamente il culto e la devozione promossa dalle monache. Secondo la tradizione, il 30 dicembre 1230 un anziano prete, Uguccione, non pulì per bene il calice durante la celebrazione della messa e quando lo riprese in mano, ci trovò dentro della carne e del sangue umano. Le monache che assistevano alla messa rimasero allibite. La miracolosa sostanza fu trasferita in una fiala di cristallo e portata dal vescovo per un esame approfondito. Dopo qualche tempo la reliquia fece ritorno a Sant’Ambrogio e fu riportata in chiesa con una sontuosa processione festiva.
Questo miracolo fu uno dei tanti straordinari eventi che rinforzavano la fede nel dogma della transubstanziazione. Già nel tardo dodicesimo secolo la Chiesa, infatti, promuoveva il culto dell’ostia rimarcando l’idea che durante ogni messa il pane e il vino diventano corpo e sangue di Cristo. Nello stesso periodo, quando a Sant’Ambrogio Uguccione assisteva al miracolo, straordinari eventi succedevano anche a Liegi, dove a Santa Giuliana apparve una luna piena, tagliata in due da una crepa scura. Giuliana raccontò delle sue conversazioni con Dio in cui il Signore le chiese di dedicare un giorno festivo alla celebrazione del corpo e del sangue di Gesù.
Il miracolo di Bolsena e la festività di Corpus Domini
Nel 1263 accadde un altro evento miracoloso. Durante la messa celebrata a Bolsena l’ostia consacrata iniziò a sanguinare macchiando il corporale. Visto che la messa era celebrata dal prete Pietro da Praga, che dubitava nella reale transubstanziazione del pane e del vino, i suoi dubbi furono spazzati via da questo inspiegabile accadimento. Il miracolo di Bolsena fu confermato dal papa Urbano IV il quale stabilì anche la Celebrazione del Corpus Domini.
Il miracolo di Sant’Ambrogio ebbe un ruolo importante nella nascita di questo nuovo culto, perciò le monache benedettine si assicurarono che il reliquario contenente la sostanza miracolosa fosse propriamente protetto e conservato all’interno della chiesa fiorentina.
La Cappella del Miracolo
Il miracolo eucaristico di Sant’Ambrogio viene ricordato e celebrato all’interno della Cappella del Miracolo situata sulla sinistra dal presbiterio. La cappella è decorata da un tabernacolo marmoreo scolpito dal noto scultore Mino da Fiesole e progettato per proteggere e ospitare la reliquia. La decorazione del tabernacolo sottolinea il mistero della transubstanziazione: al centro potete vedere Gesù Bambino che emerge dal calice sorretto da due angeli; al di sopra lo Spirito Santo discende sul calice; in cima vedete Dio Padre che benedice i fedeli.
Il tabernacolo ha la forma classicheggiante, i due pilastri ai lati sono ricoperti da bassorilievi vegetali e la trabeazione è coronata da un bellissimo cornicione. Nel basamento, al di sotto del calice, potete vedere la scena che racconta la storia del miracolo fiorentino: al centro il prete Uguccione mostra la miracolosa sostanza alle monache stupefatte. Il tabernacolo di Mino da Fiesole ricorda questo evento e offre una collocazione sicura e decorosa alla preziosa reliquia.
Le pareti della cappella furono decorate da Cosimo Rosselli appena si conclusero i lavori sul tabernacolo di Mino. Rosselli affrescò la cappella tra il 1484 e il 1486. Ai lati del tabernacolo dipinse degli angeli e sul soffitto le figure dei quattro Padri della Chiesa. La parete sinistra rappresenta la scena della processione: vediamo Piazza Sant’Ambrogio con dei fedeli che si sono radunati per venerare la reliquia.
Questo bellissimo affresco ci offre la possibilità di vedere la Firenze quattrocentesca: infatti Cosimo Rosselli dipinse delle donne radunate in piazza, che stanno ben attente a rimanere separate dagli uomini; si notano la moda e i vestiti quattrocenteschi, i copricapi, i tessuti. L’immagine è piena di dettagli curiosi che raccontano la quotidianità di 600 anni fa.
Tra la folla possiamo riconoscere anche alcuni personaggi famosi. Sulla sinistra è il pittore stesso, Cosimo Rosselli, che ci guarda direttamente. Nel gruppo di tre uomini a destra di lui possiamo riconoscere il filosofo Giovanni Pico della Mirandola che sta in mezzo tra Angelo Poliziano sulla destra e, forse, Marsilio Ficino sulla sinistra. Molto probabilmente sull’affresco sono state ritratte anche altre personalità dell’epoca che però oggi non riusciamo più a riconoscere.
Guardare l’affresco di Rosselli è come camminare tra le strade di Firenze nel 1484.
Chiesa di Sant’Ambrogio e le tombe degli artisti
A parte custodire la Cappella del Miracolo, Sant’Ambrogio rappresenta anche un importante luogo di memoria a Firenze. Nei secoli la chiesa ospitò le sepolture di numerosi artisti.
Oggi a Sant’Ambrogio possiamo visitare la tomba di Andrea del Verrocchio, maestro di Leonardo e l’autore della famosa statua del David. Anche Mino da Fiesole, dopo aver lavorato per le suore benedettine nella Cappella del Miracolo, fu sepolto qui. A Sant’Ambrogio furono sepolti anche Simone del Pollaiuolo chiamato Il Cronaca e Francesco Granacci.
Chiesa di Sant’Ambrogio alla Galleria degli Uffizi
Durante i secoli alcune opere che nel passato decoravano Sant’Ambrogio sono state accolte presso la Galleria degli Uffizi dove si trovano tuttora. Una di queste è Sant’Anna Metterza di Masaccio e Masolino. Il dipinto fu commissionato da Nofri del Brutto Buonamici, membro di una famiglia di tessitori: ecco perché dietro Sant’Anna possiamo ammirare un meraviglioso drappo di stoffa decorata con dei melograni. La figura del Gesù Bambino fu probabilmente dipinta da Masaccio e testimonia l’interesse dell’artista verso l’arte romana: il busto di Gesù, infatti, assomiglia a un busto antico.
Per esprimere l’idea della fertilità che dà vita e del passaggio generazionale tra Sant’Anna, Maria e Gesù, i corpi delle figure rappresentate si intrecciano. Possiamo dipingere una linea continua che parte dalla mano sinistra di Sant’Anna, prosegue lungo il braccio di Maria e termina nel gesto benedicente di Gesù. Il dipinto raffigura la forza generativa della vita, esprime l’amore famigliare e raffigura la forza protettiva della maternità.
Agli Uffizi potete ammirare anche il dipinto che nel passato decorava l’altare maggiore di Sant’Ambrogio. Si tratta dell’Incoronazione Marighi di Filippo Lippi. Questo meraviglioso dipinto rappresenta Maria incoronata nei cieli da Dio Padre. L’evento viene quasi messo in scena come uno spettacolo da ammirare.
Al di sotto del gruppo centrale della Madonna con Dio Padre vediamo un gruppo di santi che si è radunato per ammirare l’evento. Possiamo riconoscere San Lorenzo, Giobbe, San Martino di Tours, Sant’Eustachio con la sua moglie Santa Teopista e i loro figli. La scena viene osservata da degli angeli che stanno intorno al trono. Questi bambini sembrano quasi dei piccoli e simpatici fiorentini dell’epoca: alcuni di loro si annoiano e stanno per addormentarsi, altri distraggono gli amici e non vedono l’ora che le celebrazioni finiscano.
Tra i partecipanti al sacro evento troviamo anche Filippo Lippi, nel suo abito carmelitano, e il committente, Francesco Maringhi, che purtroppo morì prima di poter vedere l’opera completata.
Immaginatevi questo dipinto all’altar maggiore di Sant’Ambrogio. La decorazione doveva attirare l’attenzione e la curiosità dei fedeli!
Come vedete, vale veramente la pena scoprire la chiesa di Sant’Ambrogio. Il mio consiglio per la vostra visita a Firenze è che vi perdiate tra le strade del centro. Uscite dai percorsi battuti ed esplorate le zone meno note! Le sorprese vi aspettano ad ogni angolo!
State pianificando la vostra visita a Firenze e cercate una guida? Contattatemi! Sarò felice di organizzare le vostre visite museali!