- agata@guidemeflorence.com
- +39 348 135 1329
- Lunedì – Sabato 9:00 – 21:00
Una giornata alla scoperta dell’arte a Bologna
Per anni Bologna è stata per me una tappa obbligata nei miei viaggi tra Varsavia a Firenze. Visto che non c’erano voli diretti tra le due città, nel passato, come oggi, mi toccava spesso una sosta a Bologna, prima di poter arrivare sulle sponde dell’Arno.
Inizialmente sono partita alla scoperta di Bologna da sola e molto presto mi sono innamorata di questa città, delle tende rosse alle finestre dei palazzi di mattoni, dei portici che, con il loro record di 53 km totali di lunghezza, offrono il rifugio durante la pioggia, di Piazza Maggiore e della Fontana del Nettuno. Camminando lungo le strade di Bologna nel 2009 non potevo sapere che forse, accanto a me, c’era qualcun altro che viaggiava tra Bologna e Firenze, forse anche più spesso di me..
Nel 2012, quando ormai mi ero trasferita a Firenze, mi sono iscritta al Coro Universitario ed è lì che conobbi Alessandro. Lui stava finendo il suo Dottorato in Letteratura e visto che tutti e due eravamo interessati all’opera di Leon Battista Alberti, abbiamo iniziato a chiacchierare. Presto scoprii che Alessandro era cresciuto a Bologna e visto che il nostro fu “amore a prima pizza”, dopo pochi mesi iniziammo a viaggiare tra Firenze e Bologna assieme.

Poter scoprire la città con una persona cresciuta, in parte, tra queste mura, che ha frequentato l’Università più antica del mondo, con qualcuno che conosce le migliori trattorie locali e i segreti della gastronomia bolognese, non ha prezzo! Un vero “private advisor”! Sono ormai otto anni che continuo a scoprire Bologna assieme ad Ale. In tutto questo tempo abbiamo visitato i musei e scoperto dei tesori artistici nascosti nelle chiese, abbiamo assaggiato le tigelle, la mortadella, i tortellini e la cotoletta alla bolognese.
Visto che oggi ci vogliono solo 40 minuti per arrivare a Bologna da Firenze, e la città ha così tanto da offrire in termini di arte, cultura e gastronomia, vorrei condividere con voi alcuni consigli su cosa visitare e cosa fare a Bologna. Potete facilmente organizzare una gita fuori porta alla scoperta della capitale emiliana, oppure fermarvi a Bologna per due o tre giorni, per un’esperienza più approfondita. Una cosa è certa: sicuramente vale la pena scoprire Bologna, la sua arte, cultura e cibo!
Prima di esplorare la città, soffermiamoci sulla storia di Bologna. L’area bolognese fu abitata già nel IX secolo avanti Cristo e successivamente gli Etruschi fondarono qui la città di Felsina. A causa del progressivo indebolimento della civiltà etrusca, Felsina prima passò nelle mani dei Galli e poi, dopo la conquista romana della Gallia Cisalpina, sotto il dominio di Roma. Nel 189 a. C. il senato di Roma votò per la fondazione della colonia romana di Bononia. Ricordiamo anche che nel Medioevo la città divenne sede della prima università, fondata alla fine dell’XI secolo, e la città divenne uno dei Comuni più attivi politicamente. La storia della città viene raccontata dai numerosi musei e monumenti storici di Bologna. Scopriamoli assieme!
1: Piazza Maggiore

Piazza Maggiore è il vero centro e il cuore pulsante della città. La vasta piazza è circondata dai più importanti palazzi cittadini, centri del potere comunale. In centro sorge il maestoso Palazzo del Podestà, eretto intorno al 1200. Fu la sede del governo comunale e del podestà, nelle cui mani si concentrava il potere esecutivo del comune medievale. Dietro al Palazzo si trova il Palazzo del Re Enzo, costruito tra il 1244 e il 1246 per volere del podestà Filippo Ugoni, come ampliamento degli edifici comunali. Chiamato inizialmente Palatium Novum, prese il nome dal Re Enzo di Sardegna, figlio dell’Imperatore Federico II di Svevia, caduto prigioniero nella battaglia di Fossalta combattuta dai bolognesi contro le truppe imperiali durante le lotte tra l’imperatore germanico e Bologna che cercava margini di autonomia. Inizialmente tenuto nel castello di Azzola dell’Emilia, Enzo fu trasferito a Bologna dove rimase prigioniero del Palazzo per ben ventitré anni, dal 1249 alla sua morte nel 1272. Per il padre Federico II fu un vero e proprio smacco.
2: San Petronio

Davanti al Palazzo del Podestà sorge la Basilica di San Petronio dedicata al santo patrono di Bologna. San Petronio fu iniziato nel 1390 per volontà civica, non come nuova Cattedrale, ma come prova della libertà e indipendenza del Comune di Bologna. Costruita in diverse fasi secondo i progetti di Antonio di Vincenzo e Arduino degli Arriguzzi, San Petronio impressiona con la sua grandezza anche se l’edificio è rimasto incompiuto ed era stato concepito per essere molto più esteso. Oggi essa rimane una delle chiese più grandi d’Italia con i suoi 132 metri di lunghezza e 60 di larghezza.
L’imponente facciata rimane compiuta solo fino al livello dei portali. La centrale Porta Magna fu decorata da Jacopo della Quercia, un artista senese, eccellente interprete dello stile del gotico internazionale. Jacopo scolpì il gruppo nella lunetta con la Madonna con il Bambino, San Petronio e Sant’Ambrogio mentre il portale fu decorato con le scene del Vecchio e del Nuovo Testamento. Le figure di Jacopo sono fluenti, piene di gusto decorativo, ma nelle scene si vede anche il nascente interesse dell’artista verso la corretta rappresentazione dell’anatomia umana, un’indagine psicologica e rappresentazione degli sentimenti e delle emozioni.

Sulla facciata di San Petronio fu messa, nel 1508, la statua bronzea del Papa Giulio II realizzata da Michelangelo. Perché una statua del papa a Bologna? Dopo l’età comunale, nel ‘400 Bologna era passata sotto il potere della famiglia Bentivoglio, ma nel 1506 i signori Bentivoglio furono cacciati dalla città e Bologna fu annessa allo Stato Pontificio: la statua del Papa Giulio II sulla facciata della Basilica “civica” di Bologna, doveva sottolineare il dominio papale sulle libertà cittadine dell’antico comune. Purtroppo, la statua del Papa fu distrutta nel 1511 durante un tentativo dei Bentivoglio di riappropriarsi della città, mentre i suoi resti furono venduti a Alfonso d’Este, Duca di Ferrara, il quale li fuse per farne una colubrina, ossia un cannone a mano, chiamata “Giulia”.
Una volta entrati nella Basilica, sarete colpiti dalla imponente maestosità degli spazi. All’interno non perdetevi la quarta cappella della navata sinistra, la Cappella dei Re Magi, già Bolognini, con le pareti affrescate da Giovanni da Modena con gli Episodi della vita di San Petronio, Storie di Re Magi, Giudizio Universale, Paradiso e Inferno. Nella scena dell’Inferno, ispirata alla visione di Dante, l’artista rappresentò Lucifero e la famosa scena del profeta Maometto torturato, tra le fiamme, da demoni. Per questo motivo, l’opera e San Petronio sono stati oggetto di minacce di vendetta da parte di gruppi islamici estremisti.

Sul pavimento della Basilica troverete delle meridiane di cui la prima fu realizzata da Egnazio Danti tra il 1575 e il 1576, lo stesso scienziato domenicano che realizzò la sfera armillare e la meridiana sulle facciate di Santa Maria Novella a Firenze. Questa prima meridiana fu sostituita nel 1655 da una progettata da Giovanni Domenico Cassini: lunga 66,8 metri, quest’ultima è oggi la meridiana più lunga al mondo.
3: Piazza del Nettuno

Adiacente la Piazza Maggiore, si trova la Piazza del Nettuno che prende il nome dalla Fontana del Nettuno dominante questo unico spazio. La fontana fu voluta da Pier Donato Cesi, Vice Legato pontificio, e la sua esecuzione si iscrive in un progetto di rinnovamento urbanistico di Bologna promosso dal Papa Pio IV all’indomani del Concilio di Trento. Nello stesso periodo fu realizzato anche il Portico dei Banchi disegnato dal Vignola, che chiude il lato orientale di Piazza Maggiore, e la nuova sede dell’Archiginnasio. La fontana fu frutto della collaborazione tra l’architetto Tommaso Laureti e lo scultore Giambologna. Jean de Boulogne, sculture preferito dei Granduchi della Toscana, disegnò una figura slanciata e potente del dio degli oceani: la posa del Nettuno, pur ricordando la ricerca del gigantismo di Michelangelo, è caratterizzata dal dinamismo ottenuto con una parziale rotazione del corpo, e l’opera rappresenta a pieno gli ideali del Manierismo, l’arte che vuole sorprendere lo spettatore esibendo maestria e fantasia dell’autore.
4: Pinacoteca Nazionale di Bologna
La Pinacoteca di Bologna è uno dei più importanti musei in città e raccoglie una vasta e ricca collezione di pittura bolognese, dal Due al Settecento e oltre. Se volete scoprire la storia dell’arte bolognese, questo è sicuramente un posto per voi! Nella prima parte dell’esposizione troverete delle opere due e trecentesche. Potete anche scoprire l’impatto del gotico sulla pittura locale e la eredità di Giotto a Bologna. Nelle successive sale sono esposte le opere rinascimentali, tra cui spicca la Madonna col Bambino in gloria e i Santi Giovanni Evangelista, Apollonia, Caterina d’Alessandria e Michele Arcangelo del Perugino e la celebre Estasi di Santa Cecilia di Raffaello e la sua bottega.

La parte centrale della collezione, però, è quella dedicata all’arte di controriforma e la pittura dei Carracci e di Guido Reni. I Carracci furono una dinastia artistica bolognese, composta da Ludovico (1555-1619), Annibale (1560-1609) e Agostino (1557-1602), la cui arte, ispirata alla pittura dei grandi maestri del Cinquecento come Tiziano, Veronese e Correggio, voleva interpretare al meglio la nuova spiritualità del periodo della Controriforma, per la quale l’arte aveva una finalità devozionale. Nella sala potete ammirare l’Assunzione della Vergine di Agostino Carracci dalla Chiesa di San Salvatore dipinta tra il 1592 e il 1593. Il dipinto è fortemente ispirato alla famosa Assunta di Tiziano dipinta per la Basilica dei Frari di Venezia: ce ne accorgiamo grazie alla composizione coloristica delle vesti degli apostoli, con la predominanza del rosso e del verde, e nella loro forte risposta emotiva trasmessa dalla luce e dai colori. Allo stesso tempo, il dipinto sottolinea la nuova concezione della devozione, tipica dell’età di Controriforma. Lo vediamo nella posa inginocchiata di San Giovanni in primo piano, l’esplosione delle nuvole che avvolgono la Vergine, la teatralità dei gesti e l’esaltazione delle espressioni facciali. L’arte della Controriforma, del resto, era popolare e serviva a attirare il fedele, insegnandogli la devozione e religiosità.

Altro grande protagonista della pittura bolognese fu Guido Reni (1575-1642). L’artista si formò a Bologna nell’Accademia dei Desiderosi fondata dai Carracci; dall’inizio del nuovo secolo lavorò a Roma dove competé con Caravaggio. La caratteristica della sua pittura fu proprio quell’unione tra l’idealismo di Raffaello e le nuove esigenze di realismo introdotte dall’arte di Caravaggio: il desiderio di dipingere il bello ideale a partire dallo studio dal vero, del dato naturale. Nella Pinacoteca potete ammirare la magnifica Strage degli Innocenti dipinta nel 1611 per la cappella della famiglia Berò nella chiesa di San Domenico e il toccante Ritratto Femminile, rappresentante probabilmente la madre dell’artista. Nella Strage degli innocenti colpisce soprattutto il modo in cui Reni coniuga azioni concrete e drammatiche con l’equilibrio geometrico della composizione: le azioni sono bloccate in un istante, i sentimenti sono idealizzati e freddi, come algidi sembrano i bambini in basso alla composizione, ritratti come figure di marmo.

5: Compianto di Niccolò dell’Arca
Uno dei più stupefacenti tesori artistici di Bologna è il gruppo scultoreo del tardo Quattrocento, conservato nella chiesa di Santa Maria della Vita, rappresentante il Compianto su Cristo morto di Niccolò dell’Arca. Questa opera in terracotta policroma è una testimonianza unica della devozione tardo medievale volta a far risvegliare nel devoto delle forti emozioni di compassione e sofferenza derivanti dalla contemplazione della passione di Cristo.

Il gruppo scultoreo è composto da sette figure: al centro vediamo il corpo di Cristo, deposto senza vita su un letto tombale; intorno a lui si trovano Nicodemo, Maria Salomè, Maria, San Giovanni, Maria Cleofa e Maria Maddalena. Guardando il gruppo delle figure da sinistra verso destra assistiamo ad un crescendo di emozioni, movimento e disperazione: dalla posa statica di Nicodemo, passiamo alla figura della Maria, che, con le mani raccolte sul petto, prova ad affrontare il dolore della perdita del figlio; mentre Maria di Cleofa, con orrore, prova a coprire con le mani lo struggente spettacolo, Maria Maddalena corre verso Cristo gridando di disperazione con le vesti mosse da un invisibile vento che pone resistenza verso il suo movimento drammatico. Questo struggente gruppo scultoreo evidenzia l’influenza sull’arte di Niccolò dell’Arca dello stile di ferrarese Cosmé Tura e del fiorentino Donatello. E’ un esempio di quel realismo tardo medievale fortemente legato alle tradizioni dello spettacolo religioso, delle sacre rappresentazioni e delle feste devozionali che includevano le rievocazioni degli eventi biblici.

Niccolò dell’Arca, Compianto su Cristo Morto, fine del XV sec., terracotta policroma, Santa Maria della Vite, Bologna.
A parte il suo ricco patrimonio artistico, Bologna è una delle capitali gastronomiche dell’Italia. Durante la vostra visita, non vi scordate di provare alcune delle prelibatezze locali e visitare i negozi, come il famoso Tamburini in via Caprarie. Bologna è la capitale della pasta fresca! Dovete assolutamente assaggiare i tortellini in brodo oppure le lasagne con il ragù. Inoltre, un ottimo modo per assaggiare i salumi locali, come la mortadella, è quello di provare le tigelle, delle piccole focaccine che vengono servite farcite. Come secondi, a Bologna regna la cotoletta alla bolognese, preparata con le fettine di vitello impanate e fritte nel burro (o strutto, come fanno tanti bolognesi) e ricoperte con una fettina di prosciutto crudo, scaglie di parmigiano e passate in padella con un po’ di brodo. La cucina bolognese non è sicuramente leggera, ma quando andiamo a Bologna potremo dire che pensiamo alla dieta al nostro ritorno a casa!

Gustate Bologna lentamente!
Cerchi un tour privato a Firenze? Contattami!