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una gita in Umbria
L’Umbria e la Toscana sono come due sorelle, simili ma diverse. Le due regioni condividono il passato etrusco e romano e anche i piatti che qui arrivano sulle tavole hanno ingredienti e sapori simili. Il paesaggio delle due regioni è disseminato di piccole città medievali poste in cima alle colline. Tra le due sorelle l’Umbria è però quella più silenziosa, amante della solitudine e della natura. Durante i secoli le colline e i boschi umbri offrirono rifugio ai numerosi eremiti, pellegrini e a dei veri e propri ribelli. Il più importante tra loro fu indubbiamente San Francesco di Assisi (1181/82-1226). La sua città natale, Assisi, è un posto davvero affascinante in cui potete scoprire l’Umbria seguendo le orme di San Francesco. Vi porto alla scoperta di Assisi!

Come arrivare e dove parcheggiare ad Assisi?
E’ molto facile organizzare una gita in giornata da Firenze. C’è anche un treno diretto che parte dalla stazione di Santa Maria Novella e arriva ad Assisi in due ore e mezza. Ad Assisi la stazione ferroviaria si trova nella parte moderna della città. Per arrivare in centro storico è possibile prendere un taxi oppure l’autobus urbano. La fermata si trova davanti alla stazione e i biglietti vengono venduti all’edicola.
Se volete arrivare ad Assisi in macchina, potete lasciarla in una dei tanti parcheggi localizzati intorno al centro storico, per esempio il parcheggio Saba in Piazza Giovanni Paolo II.
Assisi e San Francesco
San Francesco d’Assisi nacque nel 1181 o nel 1182 ed era figlio del mercante Pietro di Bernardone. La storia della vita di Francesco è inestricabilmente legata ad Assisi, perciò durante la visita alla città si possono letteralmente seguire i passi di Francesco.

Dopo più di ottocento anni passati dalla fondazione dell’ordine francescano, oggi è molto difficile distinguere la leggenda dai fatti storici legati alla vita di Francesco. Il racconto ufficiale sulla vita del santo, la cosiddetta Legenda Maior, venne scritto da San Bonaventura e accettato dai vertici dell’ordine nel 1263, trentasette anni dopo la morte del Santo. Fino ad oggi questa rimane una delle fonti principali delle nostre informazioni su Francesco.
Secondo i biografi, Francesco trascorse una giovinezza agiata, approfittando del successo economico dell’attività mercantile di suo padre: era stato preparato a subentrare al padre nel futuro. Tutto cambiò quando nel 1202 Francesco prese parte alla guerra tra Assisi e Perugia, quando venne catturato e imprigionato dopo la battaglia di Collestrada, persa dai Ghibellini di Assisi. Il giovane passò in prigione un intero anno e fu proprio lì che inizio il suo nuovo cammino.
Inizia una nuova vita – la conversione di Francesco

Francesco uscì dalla prigione grazie al riscatto pagato da suo padre; però, dopo il suo ritorno ad Assisi, nulla era come prima. L’esperienza della prigionia aprì gli occhi del giovane e gli fece notare tutti gli esclusi della società, i poveri e i malati. In più, la crescente religiosità del ragazzo lo spinse all’idea di unirsi alla quarta crociata. Perciò, Francesco lasciò Assisi e partì per Lecce dove voleva unirsi alla corte del Gualtieri III di Brienne. Dopo appena un giorno di viaggio Francesco si ammalò: aveva raggiunto solo Spoleto, ma dovette abbandonare l’idea e tornare a casa. Una volta rientrato, il giovane iniziò a dedicare sempre più tempo alla preghiera passando delle ore nella piccola chiesa appena fuori le mura di Assisi, al Santuario di San Damiano. E proprio lì, circondato dalla natura e immerso nella pace, Francesco trovò per sé una nuova strada.
San Damiano – dove tutto ebbe inizio

I biografi di San Francesco raccontano della visione ricevuta da Francesco a San Damiano nel 1205. Secondo la tradizione, durante una preghiera, Francesco sentì la voce di Cristo che gli ordinava di riparare la sua casa. Inizialmente Francesco pensò ad una riparazione materiale della chiesa di San Damiano stessa, perciò decise di vendere il proprio cavallo e della lana trovata nei magazzini del padre, e provò a donare il denaro ai monaci di San Damiano per la ricostruzione del santuario.

Questa generosa offerta fu un punto di svolta nella vita di Francesco, anche perché fece scoppiare un conflitto all’interno della famiglia Bernardone. Per il padre, un mercante di successo, un simile spreco di denaro era inaccettabile. Le divergenze tra i due portarono all’emancipazione del giovane, il quale abbandonò la casa paterna e iniziò la sua vita itinerante dedicata alla preghiera, al lavoro e alla carità.
San Damiano rimase un punto di riferimento per Francesco. E’ proprio qui che venne composto il Cantico delle creature, una poesia che esprime al meglio una nuova spiritualità, semplice e legata alla glorificazione del creato e della natura.
Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimu, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
[…]

Negli anni successivi, quando il fulcro dell’attività di Francesco si spostò alla Porziuncola (oggi inglobata all’interno della maestosa Basilica di Santa Maria degli Angeli nella parte moderna di Assisi), San Damiano divenne il primo convento delle sorelle clarisse. Qui visse e morì Santa Chiara, la prima donna tra i seguaci di Francesco. Durante la vostra visita a San Damiano potete visitare la chiesa e gli spazi vissuti dalle Clarisse: il coro, il dormitorio, il refettorio e il bellissimo chiostro.
San Damiano
Via San Damiano, 7
06081 ASSISI (PG)
orario di apertura: 6:15 -12:00, 14:00 -18:00 (orario pomeridiano invernale: 14:00-16:30)
Francesco e le eresie medievali
La scelta di Francesco di abbandonare la ricchezza e una vita agiata fu un gesto rivoluzionario per la società mercantile dell’inizio Duecento. Infatti, lo stile di vita scelto dal giovane lo espose al rischio di un’accusa di eresia: nello stesso periodo, quando Francesco affrontava la sua conversione, la Chiesa combatteva contro i catari, un ortodosso movimento dualista e gnostico, ampiamente diffuso nel Sud della Francia e nell’Italia centrale.

I catari credevano nella duplice natura dell’universo, caratterizzata da una continua battaglia tra Dio e Satana, il Bene e il Male, la materia e lo spirito. Secondo la loro visione, il mondo materiale fu opera di Satana: ciò porto i catari a rifiutare il dogma sulla duplice natura di Cristo, Dio e uomo. Cristo, puro spirito e pura bontà, non poteva abitare un corpo umano e la sua esistenza terrestre era solo un’apparenza. L’ortodosso approccio al dualismo portò i catari a rifiutare qualsiasi forma di vita materiale. Spesso, dopo l’iniziazione spirituale e il rito di purificazione, i catari si lasciavano morire di fame rifiutando ogni cibo, essendo convinti che solo in questo modo potevano riunirsi dopo la morte con lo Spirito.
In questo contesto, il rifiuto dei beni materiali da parte di Francesco e la sua vita itinerante potevano risultare “sospette” agli occhi delle autorità religiose. Il rischio era di entrare in un conflitto aperto con la Chiesa. Invece, il papa Innocenzo III, il quale, nel 1208, promosse una violenta crociata contro i catari, un anno dopo, nel 1209, approvò la regola del nuovo ordine dei Frati Minori, accettando in questo modo Francesco, i suoi seguaci e le loro idee, e sancendo una conformità del loro insegnamento alla dottrina della Chiesa. In qualche modo questa decisione fu una mossa strategica del papato, volta a incanalare verso un movimento meno ortodosso e più “controllabile” le idee mendicanti e pauperistiche che circolavano in quel momento in Europa.
I francescani – la nascita di un nuovo ordine
L’elemento chiave nel processo della trasformazione del movimento francescano in un regolare ordine predicatore fu la costruzione della Basilica di San Francesco ad Assisi, iniziata nel 1227 sotto la supervisione del frate Elia di Cortona, uno dei primi seguaci di Francesco e il Vicario Generale dell’Ordine.

L’approvazione papale della regola confermò il successo di San Francesco e delle sue idee, ma allo stesso tempo lo costrinse ad accettare alcuni compromessi. Infatti, seguendo l’iniziale pensiero del fondatore, le prime comunità francescane erano costituite da dei gruppi di mendicanti e predicatori itineranti che, non avendo una fissa dimora, si spostavano di continuo vivendo grazie alla retribuzione materiale (cibo, bevande e abiti) per il lavoro svolto a favore delle comunità. Dopo la morte di Francesco, avvenuta nel 1226, i francescani diventarono sempre più rapidamente un ordine religioso stabile, organizzato intorno a dei grandi conventi.
La costruzione della Basilica di San Francesco ad Assisi
Francesco morì nel 1226 e inizialmente venne sepolto nella chiesa di San Giorgio, anticamente localizzata nella zona dell’odierna Piazza Santa Chiara. Nella visione dei fratelli di Francesco e del papato, Assisi doveva diventare però il fulcro del culto del nuovo santo. Il processo di canonizzazione di Francesco fu veramente velocissimo e già nel 1228 il fondatore dei francescani venne dichiarato Santo.
La costruzione della Basilica iniziò nel 1227 dalla parte inferiore, concepita come una cripta intorno alla tomba di Francesco. Nel 1230 la costruzione era già pronta in parte e il corpo del Santo venne spostato e riposto sotto l’altare della Basilica. I lavori di costruzione continuarono. La Basilica inferiore venne sormontata da una vasta chiesa superiore pensata come spazio in cui accogliere le masse di pellegrini per la predicazione.
Raccontando la vita di San Francesco ad Assisi
Le nuove basiliche dovevano essere decorate e la superfice delle pareti in tutte e due le chiese venne usata per esporre ai fedeli la storia della vita di San Francesco, glorificando sia l’ordine che il suo fondatore.
Nel 1263 Bonaventura di Bagnoregio concluse la composizione della biografia del Santo, chiamata da ora in poi la Legenda Maior. Questa nuova interpretazione della vita di Francesco divenne la fonte per gli affreschi dipinti sulle pareti delle due chiese. Le storie dipinte espongono la narrazione in una serie di accattivanti immagini, facili nella comprensione e accessibili a tutti i visitatori. La decorazione doveva mostrare Francesco come rinnovatore della chiesa e come “alter Christus”, un imitatore di Cristo così perfetto da diventare lui stesso l’immagine speculare di Gesù.
La prova finale della santità di Francesco e dell’inarrivabile grado di immedesimazione con le sofferenze di Cristo furono le stimmate, ricevute da Francesco nel 1224 durante la preghiera sul Monte Verna.

Le due basiliche furono decorate a partire dalla metà del Duecento da numerosi artisti attraverso numerose campagne artistiche. Sulle pareti delle due chiese potete ammirare gli affreschi di Cimabue, Jacopo Torriti, Giotto e i suoi allievi, Piero Lorenzetti, Simone Martini e molti altri maestri i cui nomi rimangono spesso ignoti. Assisi divenne un vero e proprio laboratorio di pittura, in cui si forgiarono i talenti di vari pittori, tra cui spicca certamente Giotto.
Osservando le pitture potete notare le graduali evoluzioni dello stile, il crescente interesse verso la profondità e verso una più convincente rappresentazione delle emozioni dei protagonisti delle storie. Ad Assisi la pittura italiana si dirige verso una maggiore naturalezza e una più veritiera rappresentazione dei fenomeni del mondo fisico. Potete ammirare questi cambiamenti guardando la decorazione delle due chiese. Cosa non potete perdere?
Gli affreschi nella Basilica di San Francesco ad Assisi
La Basilica Inferiore:
- La prima cappella sulla sinistra – La Cappella di San Martino – la decorazione venne commissionata dal Cardinale Gentile Partino da Montefiore e dipinta da Simone Martini tra il 1312 e il 1320. Sulle pareti potete ammirare le scene dalla vita di San Martino.
- La terza cappella sulla destra – La Cappella di Maddalena – la decorazione commissionata da Tebaldo Pontano, vescovo di Assisi, e dipinta da Giotto e i suoi allievi dopo il ritorno del maestro da Padova nel 1305. Sulle pareti vedete le storie della Maria Maddalena.
- la volta sopra l’altare maggiore – gli affreschi rappresentanti le allegorie delle virtù francescane: la Povertà, la Castità, l’Obbedienza e l’Apoteosi di San Francesco di Assisi. La decorazione venne dipinta negli anni ’20 del Trecento dagli allievi di Giotto.
- il transetto destro – Madonna col Bambino, quattro angeli e San Francesco di Cimabue.
- in chiusura del transetto destro – la Cappella di San Nicola – costruita da Napoleone Orsini alla fine del Duecento come cappella funeraria per suo fratello Giovanni Orsini, morto nel 1292. Sulle pareti trovate le storie di San Nicola dipinte dagli allievi di Giotto.
- il transetto sinistro – Le storie di Nuovo Testamento e la Madonna col Bambino, San Francesco e San Giovanni Evangelista di Piero Lorenzetti.

La basilica superiore:
- il transetto – la Crocefissione di Cimabue.
- la navata, la parte bassa – Vita di San Francesco attribuita a Giotto e suoi allievi.

La Basilica di San Francesco, orari di apertura:
la Basilica Inferiore:
Lun-Sab 8:30 – 18:30
Dom 10:30 – 16:30
La Basilica Superiore:
Lun-Sab 8:30 – 18:45
Dom 13:00 – 18:45
I piccoli tesori di Assisi: Santa Chiara, San Rufino, la Rocca

La Basilica di San Francesco è senza dubbio il sito più importante di Assisi. Durante la vostra visita, però, vale la pena scoprire anche la Basilica di Santa Chiara, dove potete ammirare l’originale crocefisso proveniente da San Damiano e legato alla storia della prima visione di San Francesco, dalla quale iniziò la sua missione.

Un luogo pieno di storia è anche la cattedrale di Assisi, la chiesa di San Rufino. Qui furono battezzati sia San Francesco che Santa Chiara. All’interno della chiesa troverete le statue dei due santi scolpite da due artisti fiorentini dell’ ‘800: Giovanni Dupré è l’autore della figura di San Francesco, mentre sua figlia, Amalia Dupré, scolpì Santa Chiara.


Se volete ammirare Assisi da una prospettiva sorprendente, da San Rufino potete salire in cima alla collina e arrivare fino alla Rocca. La fortezza fu costruita intorno al 1173 quando Assisi venne conquistata da Cristiano I, Arcivescovo di Mainz, in nome dell’Imperatore Federico Barbarossa. Distrutta dai cittadini di Assisi nel 1198 la rocca venne ricostruita durante il Quattrocento dai papi, visto che a quel punto Assisi faceva già parte dello Stato della Chiesa.

La visita ad Assisi è un viaggio al centro della religiosità medievale. Qui possiamo letteralmente seguire le orme di San Francesco. Allo stesso tempo, attraverso la pittura di Assisi, possiamo osservare l’evoluzione della pittura trecentesca. Se a tutto questo aggiungete un pranzo con la tradizionale torta al testo (una focaccia umbra farcita di salumi e formaggi locali) e un bicchiere di vino rosso, vi si prospetta una giornata davvero piacevole!
Se volete visitare Assisi con me, contattatemi! Sarò felice di farvi vedere altri tesori nascosti tra i vicoli di questa bellissima città!