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La spiritualità medievale nell’arte e nell’architettura
San Miniato al Monte è uno dei più importanti monumenti dell’architettura romanica di Firenze. La sua facciata geometrica, decorata con marmi bianchi e verdi, la sua atmosfera spirituale e la vista mozzafiato che offre la terrazza sulla città rendono San Miniato al Monte una tappa imprescindibile per chi visita Firenze e una delle mete preferite per una passeggiata per i fiorentini.
Le origini della sua fondazione si perdono nell’oscurità dei primi secoli della cristianità. L’aura di mistero circonda anche la figura di San Miniato, il santo venerato sulla cima del Monte alle Croci già dall’VIII secolo. Chi era San Miniato? Un soldato? Un re armeno? I fatti si mescolano alle leggende e ai racconti fantastici. Sicuramente, San Miniato ci trasporta in una dimensione particolare. Andiamo indietro nel tempo, e immaginiamo di essere a Firenze nel 1018.

Chi era San Miniato?
Le leggende agiografiche medievali che circolavano riguardo San Miniato ci trasmettono più versioni della sua vita. Secondo alcune di queste nel 250 Miniato, un re o un soldato armeno, si trovò a Firenze. A quell’epoca l’Impero Romano era sotto la guida dell’Imperatore Decio.
Dopo decenni di tolleranza, Decio tentò di restaurare gli antichi valori religiosi romani (pietas publica) e obbligò tutti i cittadini dell’Impero a fare sacrifici in onore degli dei romani. Miniato si rifiutò di seguire questi ordini, e per questo venne catturato e martirizzato. La leggenda racconta che Miniato, dopo che la sua testa fu stata tagliata, la raccolse e, reggendola sotto il braccio, salì sulla collina alle porte di Firenze. Una volta raggiunta la cima del Monte alle Croci, Miniato si sdraiò e chiese di essere sepolto lì.
Nel 738 il culto di San Miniato sul Monte alle Croci venne documentato dal diploma di Carlo Magno, che menzionava un oratorio dedicato al santo, collocato alle porte di Firenze. La storia della basilica, tuttavia, iniziò solo nel 1018, quando il vescovo di Firenze Ildebrando promosse la costruzione di una nuova chiesa in sostituzione dell’antico oratorio. La costruzione della chiesa si protrasse, probabilmente, in più campagne di costruzione, e si concluse solo nel 1207.

La Basilica di San Miniato al Monte
San Miniato al Monte è una delle espressioni più alte dell’architettura romanica di Firenze. Dentro la chiesa si viene subito catturati dalla sua atmosfera spirituale davvero unica. La chiesa è divisa in tre navate grazie a due file di colonne monumentali. L’area dell’altare maggiore segue una struttura tipicamente romanica, con una cripta che sorregge un presbiterio sopraelevato. Si può osservare un’organizzazione spaziale simile, ad esempio, nella cattedrale romanica di Fiesole dedicata a San Romolo, costruzione iniziata nel 1028, dieci anni dopo l’inizio dei lavori a San Miniato.

La cripta di San Miniato ospita le reliquie del santo martire, che furono sepolte sotto l’altare maggiore. La cripta è l’area più sacra e antica della Basilica. La volta a crociera è decorata con gli affreschi di Taddeo Gaddi che rappresentano i santi e i martiri. Gaddi, allievo di Giotto, dipinse questa decorazione nel 1342, pochi anni dopo la conclusione del suo lavoro più importante, gli affreschi nella Cappella Baroncelli in Santa Croce.

La volta della cripta è sorretta da sei file di colonne. Qui, proprio come nella chiesa e nel presbiterio, i costruttori della basilica collocarono in cima alle colonne capitelli prelevati da rovine romane, i cosiddetti spolia. Nell’intero edificio si possono notare trentotto capitelli antichi provenienti da numerosi edifici antichi di Firenze e Roma.
L’uso di spolia era molto comune durante l’XI e XII secolo: Roma era una risorsa senza fine di materiale costruttivo già pronto per l’uso, economico e facilmente disponibile. I templi pagani, i complessi termali, i fori, i teatri e le basiliche, già abbandonati e in rovina, venivano tagliati in più pezzi e i marmi preziosi, un tempo gloria dell’Impero, vennero poi usati per le costruzioni di templi cristiani in onore di santi e martiri. A Firenze possiamo trovare altri spolia nel Battistero e nella Chiesa dei Santi Apostoli. A San Miniato, tuttavia, la quantità e la varietà di capitelli romani è davvero impressionante.

Il mosaico e il tetramorfo
Se lasciamo la cripta e saliamo al presbiterio, la parte superiore della chiesa ci sorprenderà con la sua decorazione romanica. La volta dell’abside è ricoperta con uno smagliante mosaico che rappresenta Cristo in trono con Maria, San Miniato e i simboli dei quattro Evangelisti, il cosiddetto tetramorfo.

Il tetramorfo era un motivo molto comune e frequentemente usato nell’arte medievale, la cui origine risale alle interpretazioni medievali dell’Antico Testamento, in particolare della visione di Ezechiele e dei frammenti dell’Apocalisse di San Giovanni, che menzionavano i quattro esseri viventi, bestie alate con quattro facce: una faccia d’uomo, una faccia d’aquila, una di leone e una di bue. Ireneo, prima, e San Girolamo, poi, identificarono nelle quattro creature i quattro evangelisti: così San Matteo fu accoppiato a un angelo, San Giovanni a un’aquila, San Marco a un leone e San Luca a un bue. Nell’arte medievale gli Evangelisti venivano spesso sostituiti dall’immagine del tetramorfo, mentre successivamente le creature bibliche diventarono i loro attributi.

La decorazione di marmo
L’area del presbiterio è dominata dal pulpito romanico di marmo, un bell’esempio di scultura medievale. Il leggio di marmo è supportato dalla figura di un aquila che simboleggia San Giovanni Evangelista. Il pulpito è addossato a un recinto di marmo che divide il presbiterio dal resto della chiesa. Decorato con motivi geometrici e floreali, il recinto protegge l’area più sacra della chiesa, nel passato accessibile solo al clero.
In San Miniato i marmi non solo decorano questi elementi scultorei, ma coprono anche l’intero pavimento della basilica. Le tarsie del pavimento sono popolate da animali fantastici che proteggono la sacralità dello spazio liturgico e combattono contro le forze del male.
Il tempo nel Medioevo
Uno dei pannelli che decorano il pavimento della Basilica rappresenta i segni zodiacali e funziona come una meridiana. Ogni anno nel giorno del solstizio d’estate un raggio di sole illumina il segno di Cancro e annuncia l’arrivo della giornata più lunga dell’anno. Oggi la presenza delle meridiane nelle basiliche cristiane può sorprenderci, ma in realtà gli strumenti astronomici erano comunemente presenti nelle chiese medievali. A Firenze potete trovare delle meridiane anche all’interno del Battistero, nella Cattedrale e nella Basilica di Santa Maria Novella.

La presenza di questi strumenti è legata alla filosofia religiosa del tempo e alle medievali teorie astronomiche e astrologiche. Durante il Medioevo l’astrologia e l’astronomia erano considerate discipline a metà strada tra la scienza e la divinazione magica. L’astronomia veniva annumerata tra le scienze fisiche e descriveva i movimenti della materia nonché i loro effetti per la vita sulla Terra. In più, il movimento dei corpi celesti sanciva il passare del tempo. La Chiesa medievale, come massima autorità religiosa e spirituale, esercitava il controllo sul tempo, considerato materia divina. Perciò, il tempo veniva organizzato e calcolato nel nome di Dio. L’ordine cristiano venne stabilito intorno ad un nuovo calendario di feste e celebrazioni liturgiche, e le giornate vennero divise in ore canoniche sancite dalla preghiera. Ogni giorno ad una determinata ora le campane delle chiese richiamavano i fedeli alle sante messe. Le meridiane, gli orologi idraulici e, più tardi, anche quelli meccanici, venivano installati nelle chiese per misurare il tempo che Dio, nella sua benevolenza, decise di donarci. La presenza degli orologi negli spazi sacri confermava e manifestava il ruolo della Chiesa come dispensatore del tempo terreno.
Rinascimento al San Miniato al Monte
Durante i secoli la pietà dei fiorentini si esprimeva anche attraverso le commissioni di opere d’arte che andavano ad arricchire e decorare la Basilica di San Miniato al Monte. Oggi, ai piedi del presbiterio, potete ammirare la Cappella del Crocifisso, commissionata da Piero di Cosimo de’ Medici e progettata da Michelozzo nel 1448.

San Miniato al Monte fu anche scelto come luogo di sepoltura per il Cardianale del Portogallo Giacomo di Lusitania, membro della famiglia reale portoghese, morto a Firenze il 27 agosto 1459. La Cappella del Cardinale del Portogallo è addossata alla navata sinistra della chiesa. La Cappella venne progettata da Antonio Manetti, allievo di Brunelleschi, che le diede forma ispirata ai mausolei paleocristiani. Al suo interno Giacomo di Lusitania è commemorato attraverso un monumento funebre scolpito da Antonio Rosellino. La pala d’altare, invece, venne dipinta dai fratelli Antonio e Piero Pollaiolo. Il dipinto rappresenta Sant’Eustachio, patrono della Casa Reale portoghese, San Giacomo, patrono del Cardinale, e San Vincenzo, patrono della sua chiesa titolare a Roma. Oggi il dipinto originale si trova agli Uffizi ma una sua copia moderna decora ancora l’altare della Cappella.
Il pavimento della Cappella è decorato dalle tarsie fortemente ispirate allo stile cosmatesco del XII secolo. Tra le pietre utilizzate per comporre la decorazione troviamo anche il porfido, una pietra estremamente rara e preziosa, utilizzata nei contesti reali e imperiali. Qui, il porfido sottolinea l’appartenenza di Giacomo alla famiglia reale portoghese e aumenta il prestigio della sua cappella funebre.

Usciamo dalla Cappella per non disturbare l’eterno riposo di Giacomo. Tornati nella basilica, possiamo respirare l’atmosfera spirituale di questo posto. San Miniato ci trasporta in una dimensione diversa. Qui possiamo davvero fermarci per un attimo, prendere una pausa dalla frenesia della nostra quotidianità e avvicinarci all’eterno. San Miniato nutre la nostra anima e aiuta il nostro spirito. E’ davvero uno dei posti più unici in tutta Firenze.

Se volete, ogni giorno alle 18:30 i monaci Olivetani di San Miniato cantano i vespri in canti gregoriani. Vale davvero la pena unirsi a loro per un momento di preghiera.
Se volete visitare San Miniato al Monte con me, contattatemi! Sarò felice di farvi vedere altri tesori nascosti nella Basilica durante una visita privata!
