Villa Medicea di Poggio a Caiano

Le antiche mura della villa medicea di Poggio a Caiano raccontano infinite storie. Camminando attraverso le grandiosi stanze di questa residenza privata dei Granduchi possiamo incontrare Lorenzo il Magnifico, il quale commissionò la progettazione della villa al suo architetto di fiducia, Giuliano da Sangallo. Poco più lontano incroceremo Giovanni de’ Medici, figlio di Lorenzo, più noto come papa Leone X. Giovanni, per glorificare e continuare l’opera del padre, creò a Poggio a Caiano il magnifico salone di rappresentanza, chiamato oggi con il suo nome.
Se siamo abbastanza silenziosi sentiremo anche il fruscio della veste di Bianca Cappello e il rumore dei passi di suo marito, Granduca Francesco. Ascoltiamo le storie che la villa vuole raccontarci…

Medici's Villa in Poggio a Caiano
La villa medicea di Poggio a Caiano.

Lorenzo il Magnifico e il sogno di una rinascita

Negli anni ’70 e negli anni ’80 del Quattrocento la cultura fiorentina attraversava un periodo di prosperità. Il generoso sostegno offerto alle arti e agli artisti da parte di Lorenzo il Magnifico fece di Firenze uno dei più vivaci ambienti artistici. Tra gli intellettuali che circolavano intorno a Lorenzo troviamo poeti, filosofi, storici e umanisti, tutti uniti dalla fede in una possibile rinascita della cultura classica, convinti del bisogno di tornare agli ideali dell’arte, poesia e filosofia della Grecia classica e della Roma antica.

Nella società dell’antica Roma le ville suburbane svolgevano un ruolo di primaria importanza. La villa era il cuore di una vera e propria azienda agricola e rispondeva a una duplice funzione: da una parte i terreni della villa venivano lavorati dagli schiavi producendo frutta, verdura e cereali usati sia per i bisogni del padrone, sia come frutto di guadagno; dall’altro lato, però, la villa era per il proprietario il luogo dedicato alle attività dell’otium, ossia la lettura, la scrittura e lo studio. Le ville erano luoghi in cui un cittadino romano poteva perfezionare lo spirito, dedicarsi alla filosofia, accrescere le conoscenze e migliorare le proprie abilità oratorie e retoriche.

Andrea del Sarto, Triumph of Caesar
Andrea del Sarto, Tributo a Cesare, ca. 1525, Salone di Leone X, villa medicea di Poggio a Caiano.
Simbolicamente la scena si riferisce al tributo di Sultano d’Egitto a Lorenzo il Magnifico.

Giuliano da Sangallo e la villa medicea di Poggio a Caiano

Lorenzo il Magnificò acquistò i primi terreni intorno a Poggio a Caiano nel 1474. Insieme a una vasta porzione di terra, egli comprò anche un antico fortilizio situato in cima ad una collina sopra il torrente Ombrone. Con queste compravendite Lorenzo iniziò a realizzare il suo progetto di far rinascere l’idea di villa, trasformandola in una residenza privata del Signore di Firenze.

La nuova villa fu progettata per Lorenzo da Giuliano da Sangallo, uno degli architetti più vicini al Magnifico, fortemente impegnato nella ricerca di uno stile influenzato dall’architettura classica. Negli stessi anni Sangallo stava lavorando al suo armonioso progetto per la chiesa di Santa Maria delle Carceri a Prato, e pochi anni più tardi sarebbe diventato uno dei collaboratori del papa nella progettazione della nuova Basilica di San Pietro a Roma.

Piero di Cosimo, Portrait of Giuliano da Sangallo, 1482-83, Rijksmuseum, Amsterdam.
Piero di Cosimo, Ritratto di Giuliano da Sangallo, 1482-83, Rijksmuseum, Amsterdam – frammento del doppio ritratto dell’architetto, assieme al padre  Francesco Giamberti.

Il progetto di Sangallo per Poggio a Caiano restituì alcuni modelli romani, come l’alto basamento della villa, chiamato basis villae. Un altro chiaro riferimento agli esempi classici era il frontone sorretto da sei colonne ioniche, che decora l’ingresso principale alla dimora.

Il solo fatto di possedere così vasti terreni fuori Firenze riaffermava il potere politico dei Medici. Per rafforzare l’idea del possesso, Lorenzo desiderava che l’architettura della villa stessa esprimesse il controllo della sua famiglia sui vasti territori dello stato: difatti la localizzazione della villa in cima ad una collina garantì una posizione dominante all’intero complesso. In più, il corpo principale dell’edificio venne circondato da una vasta terrazza panoramica, che corre sopra l’alto basamento. Da questa posizione privilegiata i proprietari della villa potevano visionare il podere e esercitare il loro controllo. Le ville erano, perciò, l’espressione della dominazione politica dei Medici in Toscana e fungevano da presidi territoriali del loro potere.

La villa di Poggio a Caiano ricevette un nome, Ambra. La residenza venne chiamata con il nome della ninfa protagonista dei poemi bucolici di Angelo Poliziano e di Lorenzo stesso.




Il fregio neoplatonico in terracotta

L’idea del potere e del controllo venne espressa anche nel fregio in terracotta invetriata che decora la trabeazione del frontone. Questo eccezionale ornamento viene tradizionalmente attribuito a Bertoldo di Giovanni, uno scultore fiorentino, formatosi nella bottega di Donatello, la cui carriera si svolse sotto lo stretto patronato di Lorenzo il Magnifico. Il fregio di Poggio a Caiano raffigura l’allegoria del tempo, rappresentata attraverso una sequenza di scene. Il ciclo inizia con l’allegoria dell’Eternità, per poi raffigurare la nascita di Giove e l’inizio della sua età. Poi Giano bifronte annuncia l’arrivo del nuovo anno e viene seguito dalle allegorie delle quattro stagioni e dei dodici mesi. Infine, il ciclo si conclude con l’allegoria del giorno attraverso la scena di Aurora che prepara il carro di Apollo (Sole), pronto per la partenza. Eternità, età, anno, stagione, mese e giorno: il tempo viene raffigurato attraverso le allegorie delle sue unità, dalla più grande alla più piccola.

Bertoldo di Giovanni, Allegory of Time, frieze in glaized terracotta, 1480s
Bertoldo di Giovanni, Allegoria di tempo, fregio in terracotta invetriata, anni ’80 del Quattrocento, Villa medicea di Poggio a Caiano.
Le scene dall’alto verso il basso: l’Eternità; la nascita di Giove e inizio dell’età di Giove; Giano bifronte e l’inizio dell’anno; le quattro stagioni e i dodici mesi; Aurora prepara il carro di Apollo e la partenza del dio Sole.

Il tempo e l’idea di un ritorno diventò un’immagine frequentemente usata dai Medici nella loro propaganda politica e culturale. Già nel 1469, partecipando alla giostra cavalleresca, Lorenzo il Magnifico si riferì al motto francese “Le tems revient”, il tempo si rinnova. Allo stesso tempo, ai Medici piaceva anche riferirsi al mito dell’età dell’oro, descritto, tra l’altro, nelle Metamorfosi di Ovidio. Secondo Ovidio, nell’età dell’oro, sotto il regno di Saturno, l’umanità viveva in perfetta simbiosi con la natura: sulla Terra regnava l’eterna primavera e la terra, anche non coltivata, offriva a tutti frutta e grano in abbondanza. I frequenti riferimenti a questo mito divennero uno strumento di propaganda politica nelle mani della famiglia Medici. I Medici promuovevano, infatti, l’idea, che il loro governo poteva garantire l’abbondanza e la prosperità alla città. In questa prospettiva il fregio di Poggio a Caiano si iscrive perfettamente in questa linea di pensiero.

Il Salone di Leone X nella villa medicea di Poggio a Caiano

Nonostante il suo impegno profuso per il completamento della villa di Poggio a Caiano, Lorenzo non vide mai compiuta la sua dimora. Il Magnifico morì nel 1492, e dopo la sua morte il governo di Firenze passò nelle mani di suo figlio primogenito, Piero. Solo due anni più tardi, però, nel 1494, Piero venne però esiliato e la Repubblica di Firenze cadde nelle mani del predicatore domenicano, Fra Girolamo Savonarola. Il compito di riaffermare il potere mediceo in città ricadde sulle spalle del figlio minore di Lorenzo, Giovanni, il quale, nel 1513, venne nominato papa e prese il nome di Leone X. Leone diresse il suo sguardo sulla villa prediletta dal padre e decise di continuare i lavori a Poggio a Caiano.

Ceiling in the room of Leo X, villa in Poggio a Caiano
Il soffitto con lo stemma dei Medici nel Salone di Leone X nella villa di Poggio a Caiano.

Leone X promosse la costruzione e la decorazione di un salone di rappresentanza situato al primo piano della villa, il Salone di Leone X. Sulle pareti di questa grandiosa stanza gli artisti dipinsero varie scene della storia antica: Il console Flaminio parla al concilio degli Achei; Il ritorno di Cicero dall’esilio; Siface, il Re di Numidia, riceve Scipione; Il tributo a Cesare. Tutte queste scene, però, raccontano in realtà la storia della famiglia Medici, riferendosi ad alcuni dei loro maggiori successi. Così, Il ritorno di Cicero dall’esilio rappresenta il ritorno a Firenze di Cosimo il Vecchio, il quale rientrò in città dall’esilio nel 1434. Il tributo a Cesare si riferisce, invece, all’omaggio inviato dal Sultano d’Egitto a Lorenzo il Magnifico.

Alessandro Allori, Consul Flaminius speaks in front of the Achaean council, villa Poggio a Caiano.
Alessandro Allori, Il console Flaminio parla al concilio degli Achei, 1578-82, villa medicea di Poggio a Caiano.
La scena si riferisce al discorso di Lorenzo il Magnifico presentato alla Dieta di Cremona nel 1483.

Nelle lunette della stanza ritorna ancora una volta il tema proposto dal fregio di Bertoldo di Giovanni. Qui, tra il 1519 e il 1521, Pontormo dipinse la rappresentazione di Vertumno e Pomona, divinità romane di origine etrusca, personificazioni del mutamento delle stagioni, della maturazione dei frutti. Completato da questa raffigurazione, il programma iconografico glorifica le gesta della famiglia Medici e riafferma l’idea che il governo mediceo è garante di prosperità e benessere.




Bianca e Francesco

L’attività politica di Leone X, e il successivo sostegno dell’altro papa Medici, Clemente VII, rese possibile il ritorno della famiglia a Firenze e garantì loro il titolo dei Duchi, ottenuto dal papa nel 1532. La villa di Poggio a Caiano divenne con il tempo una delle residenze preferite dai vari membri della famiglia, che qui passavano intere settimane immersi nella natura, nella pace e nel silenzio della campagna.

In particolare, Poggio a Caiano piacque al Granduca Francesco e alla sua seconda moglie, Bianca Cappello, i quali prediligevano le residenze suburbane al caos cittadino. Per Francesco, infatti, venne creata anche un’altra splendida villa medicea, quella di Pratolino.

Scipione Pulzone, Portrait of Bianca Cappello.
Scipione Pulzone, Ritratto di Bianca Cappello, 1584, Kunsthistorisches Museum, Vienna.


Il rapporto tra Francesco e Bianca nacque quando tutti e due erano ancora sposati e all’inizio la nobildonna veneziana era l’amante del duca. I due si sposarono nel 1578, dopo la morte dei rispettivi coniugi, dimostrando a tutti che l’intesa tra loro era veramente forte e duratura. Bianca era una delle poche persone che riuscivano a capire e a sostenere l’eccentrico Duca, interessato forse più alle scienze che al governo dello Stato.

Il fratello minore del Duca, Ferdinando, disapprovava il rapporto tra Francesco e Bianca, considerandolo inappropriato. Questa forte opposizione non ha mai fermato il Duca, che non ha mai messo in discussione la relazione con la seconda moglie. Purtroppo questa eccezionale storia finì in modo drammatico. Bianca e Francesco morirono a Poggio a Caiano, a qualche giorno di distanza uno dall’altro, nell’ottobre del 1587. Tante voci circolavano sui veri motivi della loro morte, alcune delle quali accusavano Ferdinando di avvelenamento. Le recenti ricerche, però, confermarono che Bianca e Francesco morirono di malaria. In più, sembra che la cura offerta loro contro la malattia non solo non abbia aiutato, ma forse contribuì alla loro scomparsa. Nel XVI secolo, infatti, la malaria veniva curata con l’arsenico, un veleno estremamente potente. Sembra che Francesco considerasse l’arsenico come una sorta di vaccino contro la malaria, perciò sia lui che Bianca ne assumevano una piccola dose quotidianamente. Così la dose prescritta quando i due si ammalarono davvero, risultò fatale.


La villa medicea di Poggio a Caiano divenne testimone di questi tragici eventi. Le antiche mura della residenza privata dei Granduchi raccontano la storia di una famiglia: le ambizioni e le battaglie di chi governò la Toscana per più di duecento anni.

Se vuoi conoscere l’affascinante storia della villa, sentire altre storie narrate da questa dimora dei Medici, contattami. Sarò felice di organizzare la tua visita alla villa medicea di Poggio a Caiano.