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I Magi e la politica fiorentina
Il Natale è alla porte! Molti di noi attendono con impazienza l’arrivo delle festività di fine anno, che incantano con la sua atmosfera di magia, luci soffuse e sapori dei piatti tradizionali. La celebrazione della Natività di Cristo è una delle più importanti e antiche feste cristiane. Lo sapevate, però, che fino al VI secolo a Betlemme e Gerusalemme il Natale veniva celebrato il 6 Gennaio?
Mentre in Oriente ancora oggi si celebra il Natale il 6 Gennaio, dalla metà del IV secolo il calendario delle festività in Occidente è cambiato. La celebrazione della Nascita di Cristo fu spostata alla data del solstizio d’inverno, mentre il 6 Gennaio venne dedicato alla celebrazione dell’Epifania e all’Adorazione dei Magi.

L’Epifania celebra il momento in cui il mistero della nascita di Gesù venne annunciato al mondo intero, e, secondo l’interpretazione medievale, i tre Magi dall’Oriente, il cui arrivo a Betlemme è descritto nel Vangelo di Matteo, furono trasformati in tre re rappresentanti Asia, Europa e Africa: secondo i teologi medievali, tramite la visita dei re alla capanna di Gesù, l’intera umanità partecipava al mistero della venuta di Cristo.
I doni dei Magi, incenso, oro e mirra, simboleggiano sapienza, potere e ricchezza, e sottolineano l’autorità reale di Gesù, ma si riferiscono anche alle tre funzioni principali ascritte ai membri della società medievale. Gli oratores (incenso) erano coloro che pregavano e studiavano, i bellatores (oro) erano coloro che governavano con la forza e garantivano pace e giustizia, i laboratores (mirra) erano quelli che, con il lavoro e il sudore, provvedevano ai bisogni dell’intera società cristiana.
Con il passare dei secoli, la leggenda dei Magi divenne una allegoria delle società medievali e espresse le idee di potere, autorità e regalità dell’epoca. L’iconografia dei Magi diventò particolarmente popolare a Firenze, dove le famiglie della città combattevano tra loro per il predominio economico e politico della città. La famosa Cappella dei Magi in Palazzo Medici a Firenze è uno degli esempi più famosi dell’uso politico dell’arte nel XV secolo: il racconto evangelico diventa un modo per diffondere un messaggio di potere.
La festa dei Magi a Firenze
Le figure bibliche dei Magi andarono incontro a un processo di graduale trasformazione in una figura simbolica di Re e autorità regale. Il culto dei Re Magi riemerse nell’ XI secolo dando vita a molte pratiche devozionali, spesso caratterizzate da una forte “teatralità”. Nel panorama devozionale dell’Europa occidentale, Firenze divenne un caso davvero eccezionale di città particolarmente dedita al culto dei Magi.
Durante il XV secolo la fiorentina Festa dei Magi divenne uno spettacolo davvero unico e solenne. La sua particolarità stava anche nel grande coinvolgimento dei cittadini nello svolgersi della festa stessa. I fiorentini, infatti, mettevano in scena, per le strade della città, l’arrivo dei Magi con il loro corteo. Possiamo farci un’idea di come fosse questa festa, nel 1429, grazie alla sua descrizione offerta dal cronista Paolo di Matteo Pietrobuoni:
Giovedì a dì vj di gennaio 1428 [1429] si fecie la festa de’ Magi. Et fu orrevole et bella
festa. Et in sulla piazza de’ Signiorj si fecie uno palcho a Santo Romolo che vi stette
il significhato del re Roda ornato come re, et molti in sua compagnia col dirizzatoio di
valuta assaj degli arientj che su v’erano. Incomincio la mattina la festa. Et basto
insino a ore xxiiij° detto dì sanza il dì dinanzi. E passo[rono] la mattina per la piazza
detta e xx vestiti di camicj frateschi col significato di nostra Donna e ‘l suo figliuolo.
E ando in sul palcho alla piazza di San Marcho. Et dopo mangiare circha a settecento
vestitj a chavallo furono, in tra’ qualj fu[rono] i tre Magi e i loro compagnj vestitj orrevolemente[i].
Possiamo capire che il corteo dei Magi era diretto verso il palazzo di Erode costruito in Piazza della Signoria. Dopo la visita al re, i Magi si dirigevano verso la stalla di Gesù, dove adoravano il Bambino e la Vergine. Lo spettacolo si concludeva con la strage degli innocenti, che veniva rappresentata nel palazzo di Erode dopo la ripartenza dei re.
Possiamo solo immaginare lo stupore e la meraviglia che questi eventi producevano negli occhi di uno spettatore del XV secolo, che vedeva il racconto evangelico realizzarsi nelle strade della loro città!
Molto presto, tuttavia, la Festa dei Magi cadde sotto il controllo politico della famiglia Medici, e, anche attraverso l’organizzazione di questo evento, i Medici affermarono il loro predominio sulla vita pubblica e devozionale della comunità fiorentina.
L’Adorazione dei Magi e la politica a Firenze
Le implicazioni politiche di questo particolare culto sono ovviamente conseguenza del carattere regale dei Magi, attribuita loro, come detto, nel Medioevo. A Firenze l’immaginario dei Re Magi venne usato nel senso politico e simbolico già nel 1423, quando Gentile da Fabriano dipinse una Adorazione dei Magi per la cappella funebre di Palla di Noferi Strozzi in Santa Trinita.

Palla, un ricco mercante e membro dell’Arte del Cambio, fu armato cavaliere nel 1415: questo titolo accrebbe significativamente la sua posizione sociale a Firenze, e permise a Palla di mostrare pubblicamente la sua ricchezza, essendo lui il cittadino più ricco della città. Grazie al titolo ricevuto, Strozzi non doveva più sottostare alle leggi suntuarie imposte dalle autorità della Repubblica, poteva camminare liberamente per le strade cittadine con l’elsa della sua spada e lo sperone, indossando ricchi vestiti decorati con pelliccia, perle e pietre preziose. La stessa ricchezza e regalità è rappresentata sul dipinto di Gentile da Fabriano: l’opulenza delle vesti dei Magi attraggono immediatamente lo spettatore.
Nel passato le vesti dei Magi del dipinto erano splendidamente decorate con pietre preziose attaccate al pannello di legno. Nel tempo queste gemme sono andate perdute, ma si possono ancora oggi vedere delle macchie nere di colla, che testimoniano la presenza di queste decorazioni un tempo applicate sulla superficie del dipinto. Palla Strozzi è rappresentato in piedi, dietro il re più giovane; guarda direttamente verso di noi, mostrando orgogliosamente le sue ambizioni politiche, la sua posizione sociale e la sua ricchezza.
Le sue ambizioni erano ormai tutte soddisfatte. Nel settembre 1433 Palla riuscì, insieme alla famiglia degli Albizzi, di imprigionare e condannare all’esilio il suo più temibile oppositore politico, Cosimo il Vecchio de’ Medici. La fazione oligarchica di Palla vinse la battaglia con i Medici, ma il successo di questa mossa politica non durò a lungo: il governo oligarchico andò incontro a una crisi durante la primavera successiva, e nell’agosto 1434 Cosimo il Vecchio fu richiamato dall’esilio. Con il suo ritorno, il Medici divenne l’arbitro assoluto della scena politica fiorentina e assunse di fatto il pieno controllo del governo repubblicano, mandando in esilio proprio Palla Strozzi e Rinaldo degli Albizzi.
La Cappella Medici nel Palazzo Medici

Con l’esilio dei loro oppositori, la famiglia Medici divenne la padrona assoluta di Firenze. Tuttavia, Cosimo il Vecchio aveva da affrontare un compito difficile: come legittimare il proprio predominio politico in un sistema repubblicano? Come propagandare l’autorità di una famiglia e costruire il consenso politico attorno ad essa?
L’iconografia dei Magi divenne presto uno strumento potente, per mostrare, rinforzare e riaffermare l’influenza medicea su Firenze. I Medici non presero solo il controllo dell’organizzazione della festa dei Magi del 6 gennaio, ma nel 1459 commissionarono anche la decorazione della loro cappella privata nel Palazzo Medici con la rappresentazione del corteo dei tre Magi. Gli affreschi sulle pareti vennero dipinti da Benozzo Gozzoli, mentre Filippo Lippi realizzò la pala per l’altare maggiore, con una commovente scena della Sacra Famiglia con San Giovanni Battista.

Gli affreschi di Benozzo ci colpiscono per la ricchezza di colori, le scene di caccia e lussureggianti paesaggi sullo sfondo. Possiamo osservare le processioni dei Magi che attraversano la campagna; sorprendentemente possiamo riconoscere i ritratti dei fiorentini dell’epoca che camminano in questi cortei accanto ai Re. Qual è il significato di questa curiosa decorazione?
Cosimo il Vecchio e il Concilio di Firenze
La decorazione della Cappella dei Magi nel Palazzo Medici non celebra solo il potere politico dei Medici sulla città, ma si riferisce anche al maggior successo di Cosimo il Vecchio, raggiunto nel 1439, quando riuscì a far trasferire a Firenze il Concilio ecumenico che discuteva della possibilità dell’unione della Chiesa Orientale con quella d’Occidente. Nel 1439 Firenze divenne il vero centro della politica europea.
L’Impero Romano d’Oriente era minacciato dall’espansione dell’Impero Ottomano. Il progetto di unione religiosa era legato al rafforzamento di Costantinopoli e, una volta raggiunto l’accordo, avrebbe dovuto garantire la protezione militare dell’Impero Bizantino da parte degli Occidentali. La delegazione di Costantinopoli che arrivò a Firenze includeva anche il Patriarca di Costantinopoli Giuseppe II, l’Imperatore Bizantino Giovanni VIII Paleologo e suo fratello Demetrio Paleologo. Sembra che queste tre importanti personalità siano rappresentate nelle figure dei tre Magi nella Cappella Medici.

Il Concilio di Firenze si concluse con un apparente successo dal momento che l’unione tra le due Chiese venne firmata il 6 luglio 1439. L’accordo, però, era molto debole. Con la caduta di Costantinopoli nel 1453 l’unione rimase solo sulla carta e non venne mai realizzata.
Pio II e l’idea della crociata

Nel 1459 papa Pio II promosse l’idea di una crociata. Tra il 1459 e il 1460 il concilio di Mantova discusse della possibilità di una nuova guerra contro i Turchi per la riconquista di Costantinopoli. Anche questi progetti fallirono, ma sembra che la decorazione di Benozzo si riferisca alle ambizioni politiche di Pio II e Cosimo il Vecchio: nell’affresco si celebra, quindi, il successo del Concilio di Firenze e il supporto della città all’impresa della crociata del papa.
Chi sono i Magi della Cappella?
La decorazione di Benozzo è ricca di riferimenti politici. Sulla parete sinistra possiamo ammirare il corteo del Mago più anziano, Melchiorre, che probabilmente rappresenta il Patriarca di Costantinopoli Giuseppe II. La sua processione lascia la scena e di fronte a lui camminano i membri dell’oligarchia fiorentina, gli oppositori di Cosimo il Vecchio, come Niccolò da Uzzano, che simbolicamente escono di scena.

Il Mago che si trova nel mezzo è Baldassarre, e molto probabilmente ritrae la figura dell’Imperatore Bizantino Giovanni VII Paleologo. La sua figura è monumentale e occupa la parete centrale. L’Imperatore indossa una magnifica veste verde, riccamente decorata con motivi dorati e con la pelliccia.

La parete di sinistra è interamente dedicata alla processione del Re più giovane, Gasparre. La sua identità è maggiormente discussa dagli studiosi. Silvia Ronchey lo interpreta come il ritratto di Demetrio Paleologo, il fratello di Giovanni VIII.
Franco Cardini, invece, vede nella figura il ritratto idealizzato di Lorenzo il Magnifico. In ogni caso, il Mago giovane rappresenta il futuro: tra i suoi seguaci possiamo facilmente riconoscere i membri della famiglia Medici: Cosimo il Vecchio, suo figlio Piero e i suoi nipoti Lorenzo e Giuliano.

Nella folla colorata del Mago possiamo anche riconoscere il signore di Rimini, Sigismondo Pandolfo Malatesta, e il giovane Galeazzo Maria Sforza, figlio del Signore di Milano, che nel 1459 era ambasciatore a Firenze. Il Mago più giovane è seguito da papa Pio II, circondato da filosofi e teologi greci, le cui idee promossero l’unione raggiunta nel 1439: Giorgio Gemisto Pletone, Giovanni Argiropulo e il Metropolita Bizantino di Kiev Isidoro di Tessalonica. Gasparre è seguito anche dagli umanisti fiorentini Marsilio Ficino, Luigi Pulci, Leonardo Bruni e Cristoforo Landino.

La Cappella dei Magi è quindi un vero manifesto politico. Con l’uso delle immagini e i riferimenti alla leggenda dei tre saggi Magi dall’Oriente, i Medici rappresentarono le loro aspirazioni politiche. Gli affreschi di Benozzo impongono l’immagine dei Medici come leader della politica italiana, sostenitori del papa e promotori della sua idea di unione tra Oriente e Occidente. Questa decorazione unica dimostra ancora una volta che l’arte non è pura espressione creativa, ma diviene spesso uno strumento di lotta e competizione politica.
Se volete visitare la Cappella dei Magi con me, potete prenotare il tour “San Lorenzo – il quartiere mediceo” o contattarmi per organizzare il vostro tour privato a Firenze.
[i] Paolo di Matteo Pietrobuoni, Priorista, Biblioteca Nazionale Centrale, Conventi Soppressi, C, 4, 895, fol. 123v.