“Aria” di Tomás Saraceno a Palazzo Strozzi

Recensione della mostra

Quando ero bambina mi capitava spesso di ascoltare la voce delle formiche. All’asilo, quando eravamo portati fuori in giardino a giocare, io non giocavo con gli altri bambini ma mi stendevo a terra per ascoltare i suoni misteriosi e affascinanti che provenivano da lì. Ancora oggi, anche se molti direbbero che è impossibile, sono convinta che io, in quei momenti, sentivo davvero il brulicare delle formiche. Le memorie dell’infanzia mi tornano alla mente oggi visitando la mostra “Aria” di Tomás Saraceno inaugurata a Palazzo Strozzi il 22 febbraio.

“Aria” di Tomás Saraceno

La mostra è stata una grande sorpresa per me, e sono davvero contenta di averla potuta visitare durante questo folle periodo di epidemia del coronavirus. Visitando “Aria” ho avuto l’occasione di riconnettermi con me stessa, la mia forza di immaginazione, la fantasia e creatività, lasciando dietro di me le paure e la sensazione di instabilità che ci accompagnano in questo periodo molto particolare. “Aria”, in realtà, non può essere propriamente definita una mostra: è piuttosto un’esperienza immersiva che indaga la struttura e l’anima del mondo naturale che ci circonda e ci pone di fronte a degli interrogativi che riguardano la nostra posizione nel mondo.

Tomás Saraceno

Tomás Saraceno è un artista argentino nato nel 1973. A soli tre anni, la sua famiglia, originaria di Milano, scappò dalla dittatura argentina tornando in Italia; dopo undici anni ritornò in Argentina e negli anni Novanta del secolo scorso Tomás iniziò a frequentare l’università di Buenos Aires studiando Arte e Architettura. Durante la sua carriera Saraceno ha partecipato molte volte alla Biennale di Venezia e nel 2015 la sua installazione Aerocene venne esposta al Grand Palais di Parigi durante il summit mondiale del clima COP21.

Il cortile: Thermodynamic Constellation

Tomas Saraceno, Thermodynamic Constallation
Tomás Saraceno, Thermodynamic Constellation

Il progetto “Aria” di Tomás Saraceno è un affascinante viaggio nel mondo delle forme e esseri della natura, dalla dimensione del microcosmo di un ragno fino al macrocosmo dei pianeti, delle stelle e dell’atmosfera. La prima opera che possiamo ammirare alla mostra è Thermodynamic Constellation: è collocata nella corte di Palazzo Strozzi e quindi visibile a tutti. Sfere fluttuanti nell’aria visualizzano una dimensione in cui possiamo muoverci liberamente, senza limiti e costrizioni, senza l’ostacolo delle emissioni inquinanti, attraverso le correnti dell’atmosfera. Ci invitano a immaginare il nostro mondo dopo la fine dell’era dei combustibili fossili: questa scultura aerosolare ci permette di trovare modi diversi e alternativi di muoversi. Un’utopia? Oggi potremmo pensare che lo sia, ma dobbiamo sempre ricordarci che la nostra tecnologia  e il nostro progresso non si sarebbero mai sviluppati senza il contributo dei sognatori che immaginano il futuro.




Sale 1 e 2

Tomas Saraceno, Connectome
Tomás Saraceno, Connectome

La prima sala della mostra accoglie Connectome, un’installazione di forme geometriche speculari che fluttuano nell’aria. Tutto cominciò da qui: ogni forma trae origine dal Sole e dall’aria. Forme, riflessi creano un universo in cui muoverci e conoscere attraverso i sensi. Questa sala ci introduce alla seconda, dove facciamo esperienza di Sounding the air e passiamo dalla luce all’oscurità, da un’esperienza visiva a un’esperienza uditiva. Sounding the air è uno strumento del vento: il vento, passando attraverso cinque corde e modulato da vari fattori come il calore, il movimento dei corpi degli spettatori nella sala e il loro respiro, produce frequenze e armonie sonore sempre diverse. In questo modo, grazie a questo strumento, possiamo captare una percezione uditiva del nostro movimento, possiamo davvero “ascoltare” l’impatto del nostro corpo sull’ambiente che ci circonda, possiamo percepire la nostra esistenza fisica in un modo del tutto nuovo e inaspettato.

Sala 3: Webs of At-tent(s)ion

La terza sala della mostra è quella che più mi ha affascinata e che mi è piaciuta di più. Qui, nell’oscurità più completa, come nel laboratorio di un alchimista, possiamo ammirare Webs of At-tent(s)ion, delle casse di vetro contenenti delle sculture fatte di ragnatele: entriamo così nel microcosmo di un ragno! Veniamo dunque riconnessi con l’idea di macro e microcosmo e delle loro interazioni che rappresenta il principio cardine della scienza e filosofia rinascimentale : non possiamo non pensare agli studi di Leonardo da Vinci che rifletteva, per esempio, sulle analogie tra il sistema dei fiumi e del sistema sanguigno e delle vene del corpo umano. Saraceno, parallelamente a Leonardo, muove dal micro al macrocosmo per dimostrare la sostanziale unità del nostro universo nel quale una struttura micro può essere riflessa in un macro-sistema. Le ragnatele sono, dunque, un esempio di come un minuscolo organismo possa essere riconnesso alla macrostruttura della comunicazione dell’interazione umana: i ragni, infatti, usano le ragnatele non solo come loro habitat, ma anche come loro occhi e orecchie per comunicare e stringere relazioni e interagire con il mondo che li circonda. Queste ragnatele non sono, forse, simili alla sinuosa rete di relazioni e interazioni sociali, intellettuali e emozionali che noi tutti costruiamo attorno a noi?

Tomas Saraceno, Webs of At-tent(s)ion
Tomás Saraceno, Webs of At-tent(s)ion

Sale 4 e 5

Nella sala successiva il microcosmo di una ragnatela è proiettata nel macrocosmo dell’universo. Alcuni scienziati hanno osservato che una ragnatela tridimensionale assomiglia alla rete cosmica computerizzata. Nel video How to Entangle the Universe in a Spider/Web?  Saraceno mostra  una scansione 3D di una ragnatela attraverso delle luci laser che rendono visibili delle dimensioni simili alla visualizzazione dei movimenti cosmici.

Nella sala 5 Saraceno progetta Passages of time, una sovrapposizione di due video. Uno di questi è un video che dura 163 000 anni e rappresenta il viaggio della luce dalla Grande Nuvola di Magellano alla Terra. Non penso che qualcuno di noi possa sperare di vedere la scena finale del video…

Sala 6: A Thermodynamic Imaginary

La sala successiva accoglie un’installazione intitolata A Thermodynamic Imaginary: entriamo in una stanza con sfere e strutture geometriche fluttuanti nell’aria in cui tutto si muove e noi possiamo ammirare lo stupefacente spettacolo di forme proiettate sui muri della stanza e possiamo sentirci parte di questo eterno movimento e eterna danza di figure. Attraverso questa installazione Saraceno vuole che noi sperimentiamo visivamente l’istante di un’eclissi, quando il Sole, la Terra e la Luna sono allineate, comprendendo la nostra dimensione fisica in relazione con la grandezza di altri elementi di questo complesso puzzle: per un momento possiamo immaginare di viaggiare attraverso lo spazio e danzare con le stelle.

Tomas Saraceno, A Thermodynamic Imaginary
Tomás Saraceno, A Thermodynamic Imaginary

Sala 7: Flying Gardens

La settima sala ospita Flying Gardens. Varie piante, dentro a sfere di vetro, fluttuano nell’aria: Saraceno ci ricorda che il mondo vegetale è un elemento essenziale del nostro pianeta. In più, le piante hanno un’abilità unica a sopravvivere e a germogliare anche dopo la distruzione di alcune sue parti. Le piante insegnano, quindi, a noi umani, la forza di rinascere e di adattarsi ai cambiamenti esterni.

Tomas Saraceno, Flying Gardens
Tomás Saraceno, Flying Gardens

Sala 8: Aerographies

L’ultima sala è dedicata all’aria, l’elemento che dà il titolo all’intera mostra. L’installazione Aerographies ci invita a prendere consapevolezza dell’aria, l’elemento più invisibile e quindi sottovalutato. In mezzo alla stanza sono posizionati dei palloncini, liberi nell’aria, a cui sono attaccate delle corde che terminano con una penna il cui inchiostro è composto di particelle di polveri sottili dell’aria di Mumbai: il libero movimento dell’aria agisce sulle penne che disegnano composizioni astratte su dei grandi fogli. E’ dunque l’aria che disegna il suo stesso movimento attraverso le particelle di inquinamento. Attraverso quest’opera unica Saraceno dà voce all’aria, le permette di parlare e di comunicare con noi. Cosa dicono questi disegni?

Tomas Saraceno, Aerographies
Tomás Saraceno, Aerographies

Attraverso questa mostra Tomás Saraceno tocca alcune delle domande vitali che riguardano il nostro posto nel mondo, la nostra relazione con la Natura, la nostra responsabilità nei confronti della sua salute. Proprio come Leonardo da Vinci, l’artista sottolinea l’unità del mondo e rende percepibile il profondo legame tra la vita delle creature più piccole, come un ragno, e il movimento dei corpi più grandi, come i pianeti e le stelle e, proprio come Leonardo, propone alcune soluzioni visionarie per il futuro. Consiglio vivamente la mostra a chi desideri ristabilire e rinsaldare il proprio legame con l’universo in cui siamo immersi. Ora, più che mai, sono convinta che quando ero bambina riuscivo a sentire davvero la voce delle formiche.

INFORMAZIONI PRATICHE

“Aria” Tomás Saraceno
22 febbraio – 1 novembre 2020
Tutti i giorni 10:00-20:00
Giovedì 10:00-23:00

UPDATE CORONAVIRUS:
Gli orari della mostra dal 1 giugno 2020
Tutti i giorni 14:00-20:00
Giovedì 14:00-23:00


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