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Un giorno tra natura e arte
Se siete stanchi della ressa del centro di Firenze, salite sul bus e visitate il Parco di Pratolino, un tempo la Villa Medicea più stupefacente di tutte, oggi una piacevole area verde in cui la natura incontra l’arte.
I Medici, già dal ‘400, di pari passo con la loro ascesa politica ed economica, iniziarono a costruire, fuori dalla vita stressante della città, nella campagna fuori da Firenze, delle ville che, sull’esempio delle ville romane, erano destinate al riposo, allo svago e, in alcuni casi, alle attività agricole. Anche le ville medicee, quindi, univano gli agi della vita in città con la pace e la dimensione della natura della campagna.
La storia di Pratolino
La Villa di Pratolino e il vasto parco circostante furono costruiti dal Granduca Francesco de’ Medici dall’architetto di fiducia del Duca, Bernardo Buontalenti. Con il costo di 782000 scudi, ovvero il doppio della spesa totale per la costruzione dell’edificio degli Uffizi, la Villa di Pratolino fu una magnifica residenza per il sovrano della Toscana. Tra tutte le ville di proprietà dei Medici, questa corrispondeva al massimo con il gusto artistico del Duca Francesco.
Francesco comprò il terreno a Pratolino a pochi chilometri da Firenze nel 1568 e un anno dopo Buontalenti iniziò a lavorare al progetto della Villa, che, grazie al suo lavoro insieme a Giambologna, Bartolomeo Ammannati e altri importanti artisti, venne finita nel 1575.
Come possiamo vedere in questa lunetta dipinta da Giusto Utens, che mostra la tenuta di Pratolino con una veduta dall’alto, la Villa era circondata da un vasto parco e, ai lati dell’edificio, da due ruscelli artificiali. Si nota come la natura e il paesaggio, così come accade nel Giardino di Boboli di Firenze, sempre costruito dai Medici, dovessero integrarsi con l’intervento e le costruzioni dell’uomo: lo spazio è geometricamente spartito con strade, corsi d’acqua, fontane e alberi che disegnano forme geometriche.
L’acqua, come accade in tutti i giardini “all’italiana”, geometricamente costruiti, era il vero protagonista di questo progetto unico. Il corso dell’acqua veniva interrotto da numerose fontane e grotte: l’acqua, infatti, metteva in moto numerosi automi, ossia robot meccanici, azionati dallo scorrere dell’acqua, che creavano l’effetto e l’illusione della vita. Da questo particolare dell’uso dell’acqua possiamo ben comprendere come lo stile di Buontalenti rientri negli ideali del Manierismo tipico del secondo Cinquecento, quando l’arte vuole sorprendere lo spettatore esibendo maestria e fantasia dell’autore, creare stupore negli ospiti dei padroni della villa che venivano deliziati da tutte le sorprese che il Parco poteva offrire alla loro piacevole passeggiata.
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Secondo le nostre fonti, Francesco utilizzò Pratolino come luogo per gli incontri con la sua amante, Bianca Cappello, la quale, nel 1579, divenne la sua seconda moglie. Le grotte nascoste e il parco garantivano loro intimità e segretezza, perciò Pratolino era un luogo perfetto per vivere in pace il loro rapporto.
La villa così costruita fu però una breve delizia per i suoi costruttori. Infatti nel 1587 Francesco e Bianca morirono in un’altra villa dei Medici, quella di Poggio a Caiano, poiché entrambi furono colpiti da una febbre, durata circa dieci giorni, che portò i due alla morte a distanza, l’uno dall’altro, di un solo giorno. Sembra che entrambi abbiano contratto la malaria, anche se è stata formulata l’ipotesi di un avvelenamento da arsenico per mano del fratello di Francesco Ferdinando. Tuttavia recenti analisi confermarono la presenza della malaria nelle ossa di Francesco, perciò possiamo dichiarare Ferdinando innocente.
Dopo la morte di Francesco, la Villa di Pratolino fu raramente usata dagli altri membri della famiglia, che avevano evidentemente perduto ogni interesse per questo luogo. Solo il Grande Principe Ferdinando de’ Medici, figlio di Cosimo III, si prese cura della villa e la restaurò a fine Seicento. Egli, però, morì nel 1713, senza essere diventato Granduca, e il trono passò al fratello minore Gian Gastone.
Gian Gastone de’ Medici non lasciò alcun discendente maschio e dopo la sua morte la guida della Toscana passò nelle mani della famiglia Asburgo-Lorena. I nuovi sovrani, però, dovevano limitare significativamente le spese della corte per rimpinguare le finanze pubbliche del Granducato della Toscana, e quindi non si occuparono del mantenimento della Villa di Pratolino, che, lasciata in abbandono, rapidamente iniziò a cadere in rovina. L’acqua, che durante l’età di Francesco deliziava gli ospiti del Duca, dava piacere e stupore a tutti, durante il Settecento iniziò a minare la sicurezza della villa stessa.
Nel 1819 il Gran Duca Ferdinando III Asburgo-Lorena commissionò a Joseph Fritsch la progettazione del giardino della villa. Fritsch trasformò il giardino all’italiana in un giardino inglese; nel 1820 demolì la villa e per questo la residenza intima di Francesco si perdette per sempre.
Nel 1872 il parco fu acquistato dal principe russo Paul II Demidoff che restaurò gli edifici rimasti, come la cappella del Buontalenti e le stalle. L’architetto Emilio de Fabris trasformò l’edificio secondario delle paggeria (le residenza per i paggi) nella nuova villa Demidoff. Oggi l’intero complesso è di proprietà pubblica.
Se visitate il parco oggi, tenete in mente l’immagine del quadro di Utens che mostra la tenuta nel 1580: vi aiuterà a riconoscere le parti rimanenti di questo progetto unico e con il suo aiuto troverete la vostra strada attraverso il parco.
La visita al Parco di Pratolino:
Quando entrate nel parco, un ampio sentiero vi conduce al cuore della tenuta del Duca Francesco. Il primo edificio che vi trovate davanti è l’antica stalla, costruita tra il 1579 e il 1580 da Bernando Buontalenti e restaurata nell’ ‘800.
Il Gigante di Giambologna
Dietro le stalle trovate un piccolo lago sorvegliato dall’immensa figura dell’Appennino di Giambologna, chiamato il Gigante. Questa statua unica decorava il primo dei vari laghi, che si trovava su uno dei ruscelli artificiali creati nel giardino. Giambologna, l’autore dell’opera, era uno scultore fiammingo, Jean Boulogne, nato a Douai nel 1529.
Nel 1550 l’artista si trasferì in Italia e iniziò la sua brillante carriera; poi diventò lo scultore della corte dei Medici e sviluppo uno stile manierista, che portava all’estremo l’attenzione di Michelangelo per il dettaglio anatomico, la possanza dei corpi, il piacere nell’enfatizzare la torsione dei movimenti. Giambologna scolpì l’Appennino nel 1580: la statua è un gigante che schiaccia un grande mostro marino dalla cui bocca escono spruzzi di acqua.
Giambologna, sempre secondo il gusto manierista per il bizzarro e la stravaganza, gioca con l’elemento naturale del paesaggio, modificandolo e dandogli vita. L’arte del Giambologna, come avverrà poi nel Barocco, non vuole imitare la natura, ma reinventarla, creare artificialmente una dimensione diversa, in cui l’illusione e l’ingegno del’uomo gareggiano con la Natura e trionfano sul mondo reale. Sempre per questi motivi, la fontana include anche due grotte artificiali, con giochi d’acqua e automi; in più, sempre per strabiliare l’osservatore, l’artista costruì alcune stanze segrete dentro la statua stessa, nella sua testa e dentro la schiena. Attorno al 1690 la fontana fu restaurata, la montagna artificiale che supportava l’Appennino fu distrutta e al suo posto venne aggiunta, nel dorso dell’Appennino, una statua di un dragone di Giovanni Battista Foggini.
Nel 1820, circa, durante i lavori nel giardino, vennero piantati numerosi alberi attorno alla statua, per dare alla composizione un aspetto più in linea con il gusto romantico dell’epoca, malinconico e nostalgico. Questa statua è oggi l’elemento più interessante e famoso dell’intero parco.
Se si continua la visita seguendo la strada nel parco, si raggiunge la residenza dei paggi dei Medici, che, come detto, divenne la Villa Demidoff nel 1872. Se ci si guarda attorno, davanti alla villa si trovano le mani e i piedi enormi del Gigante di Giambologna: questi pezzi vennero messi qui quando alla statua, durante il restauro, le mani e i piedi originali vennero sostituiti da copie.
Nel grande prato adiacente le paggerie si trovano le parti rimanenti dell’originale Villa Medici, distrutta nel 1820, e oggi la traccia più significativa della magnifica residenza è la scala monumentale, che una volta conduceva i visitatori alla villa.
La strada che scende porta alla Peschiera della Maschera, una delle vasche per i bagni caldi, che un tempo univano queste acque con il corso del ruscello che proviene dalla fontana dell’Appennino. La statua che guarda alla vasca, chiamata La Maschera, rappresenta una creatura marina, naturalmente mostruosa e bizzarra, ed è uno dei pezzi del progetto originale di Buontalenti.
Dopo un’altra curva della strada si raggiunge il Grotto di Cupido, costruito da Buontalenti nel 1577. La struttura del grotto si è mantenuta nel suo aspetto originale anche se la decorazione scultorea realizzata per questa grotta artificiale oggi si è persa. Una delle statue era una statua in bronzo di Cupido, che si trovava nel mezzo della grotta, e girava su sé stessa e bagnava gli spettatori con degli spruzzi d’acqua.
L’ultimo monumento, oggi visibile solo dall’esterno, è la Cappella di Buontalenti, un edificio esagonale circondato da quindici colonne con una bella scala che conduce all’ingresso. Si può accedere alla cappella solo durante i tour guidati.
Il tour della parte visitabile del parco termina qui. Ad oggi molti monumenti, come la Fontana di Giove o il capanno da caccia in stile neoclassico, non sono accessibili.
Informazioni utili:
Il parco è aperto dall’1 Aprile al 28 ottobre ma solo il venerdì, il sabato e la domenica e negli altri giorni festivi di questo periodo.
Orari di apertura: dalle 10 alle 20 (in Ottobre dalle 10 alle 18).
L’ingresso è libero.
Potete raggiungere il Parco in auto (Via Fiorentina 276-282, Pratolino) o in autobus, numero 25 da Piazza San Marco a Firenze. La corsa dura circa 20 minuti. Se prendete l’autobus dovete scendere all’ultima fermata e seguire i segnali che vi conducono direttamente all’ingresso.
Se volete visitare gli ambienti non accessibili al pubblico, contattatemi! Possiamo organizzare il tour privato del parco entrando nella Cappella e visitando la Villa Demidoff!