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La vita in Toscana ha un suo ritmo regolare dettato dal susseguirsi delle stagioni, la successione delle feste e festività. In Italia, possiamo dire, l’inverno inizia l’8 dicembre, con la festa dell’Immacolata Concezione, quando si crea già l’atmosfera invernale, iniziamo a pensare al Natale e ai regali natalizi. Il ponte dell’Immacolata tradizionalmente porta tanti a visitare i tradizionali mercatini natalizi. Nell’aria si inizia a sentire il profumo delle castagne arrostite, gli alberi di Natale si illuminano e le città brillano di notte grazie alle luminarie colorate. Poche settimane dopo arriva il Natale e, dal momento che le scuole rimangono chiuse fino all’Epifania, molti italiani ne approfittano per fare delle vacanze. Queste sono le uniche vacanze invernali che gli studenti hanno, così molte famiglie si organizzano per andare a sciare o organizzare visite culturali a Roma, Milano, Firenze o nelle altre città d’arte. Il 7 gennaio gli studenti tornano a scuola e la vita riprende il suo ritmo regolare. Ma per fortuna, poco dopo, inizia un’altra festività: il Carnevale!
La storia del Carnevale
Nel passato, il periodo del Carnevale era molto più importante di quanto lo sia oggi. Questa tradizione risale infatti all’antica Roma e alle festività in onore di Dioniso e Saturno: in questo particolare periodo l’ordine sociale tradizionale era invertito, e le burle e il rilassamento dei costumi erano consentiti.
La tradizione cristiana assorbì una parte di questi riti e li fece propri permettendo durante il Carnevale costumi alternativi, eccessi, e peccati di gola resi accettabili dall’imminente arrivo della Quaresima. Oggi rimane poco di queste antiche tradizioni, ma il Carnevale di Venezia può darci un’idea di cosa fosse questa festa nel passato. Oggi, il Carnevale a Venezia dura circa due settimane e la maggior parte delle feste si concentra nei giorni subito precedenti il Mercoledì delle Ceneri.
Nel passato, durante il Carnevale, i Veneziani abbandonavano tutte le loro attività quotidiane e si dedicavano a divertimenti di ogni genere. Costruivano palcoscenici nei campi principali della città, come Piazza San Marco, e lungo la Riva degli Schiavoni; la gente assisteva con gioia agli spettacoli di giullari, acrobati, danzatori e musicisti. Anche oggi il Carnevale di Venezia ha un suo preciso programma e ogni evento è organizzato in minimi dettagli. I veneziani continuano a osservare alcune tradizioni medievali come le mascherate: un tempo le mascherate permettevano di ribaltare i ruoli sociali e garantire, a chi mascherava, un anonimato in una società con convenzioni e divisioni sociali molo rigide. Tutto questo oggi viene portato avanti solo per puro divertimento.

Il Carnevale a tavola
Durante il Carnevale le persone mangiavano cibi grassi spesso fritti, ossia pietanze non disponibili o accessibili negli altri periodi dell’anno. Venivano macellati i maiali e si mangiava la carne, che era piuttosto rara sulle tavole europee fino al secolo scorso. La tradizione di preparare e mangiare dolcetti fritti nel periodo del Carnevale prosegue ancora oggi, non solo a Venezia, ma in tutta Italia e in molti paesi europei. Per questo motivo, a Firenze, con la fine delle feste natalizie, i panettoni e i pandori spariscono dai banconi delle panetterie e delle pasticcerie per essere subito rimpiazzati da frittelle, cenci e dalla schiacciata fiorentina, i dolci tipici del Carnevale.
Le frittelle di riso
Le frittelle di riso sono piccole frittelle a base di riso, molto soffici e molto pericolosi per chi è a dieta. Sono ancora più buoni quando sono ancora caldi e croccanti, ricoperti d zucchero a velo. Le frittelle sono il dolce tipico del giorno dedicato a San Giuseppe, la festa del papà, ossia il 19 marzo. Uno dei banchetti più famosi in cui trovare le frittelle è il frittellaio “Savelli” in Piazza del Campo a Siena, aperto solo dal primo al 20 febbraio di ogni anno in una piccola baracchina di legno collocata all’angolo della piazza. Se siete fortunati a capitare a Siena a febbraio, non perdetevi le frittelle!
I cenci
I cenci sono una specie di pastella fritta, e sono una variante del tipico dolce di Carnevale conosciuto in molti paesi europei. In Polonia, ad esempio, li chiamiamo chrust (nel sud del Paese), o faworki (a Varsavia). In Italia sono chiamati crostoli in Trentino, sfrappole a Bologna e cenci in Toscana. Sono tutti molto dolci e croccanti. Se volete provare a farli a casa, qui trovate la ricetta di Giulia Scarpaleggia, una delle mie food bloggers preferite.

La schiacciata fiorentina
A Firenze potete trovare anche un altro dolce tipico della tradizione toscana del Carnevale, la schiacciata fiorentina, che non ha nulla a che fare con la schiacciata salata, dal momento che quella dolce è una specie di torta molto soffice, al profumo di arancio e vaniglia, e si presenta sempre ricoperta di zucchero a velo con una decorazione a forma di giglio di Firenze. Oggi alcune pasticcerie e forni a Firenze la servono farcita con la crema.
Questo dolce prende origine da un semplice pane arricchito con lardo: il periodo del Carnevale richiedeva l’abbondanza di carne, ottenuta dalla macellazione di molti maiali, da cui derivava, quindi, l’abbondanza di lardo. Sempre per questo motivo la maggior parte dei dolci di Carnevale sono fritti (oggi friggiamo nell’olio vegetale, ma in passato anche a Firenze si usava il lardo) o sono arricchiti di lardo, un ingrediente per il resto sconosciuto alla cucina toscana. La schiacciata fiorentina è semplicemente deliziosa: quindi ricordate di provarla quando siete qui in gennaio o febbraio.
Buon Carnevale!
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